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Alla scoperta di SILVER: storia e curiosità su 2 Brand dell'orologeria di qualità

Silver impiegava calibri cronografici svizzeri come il Landeron 248 a carica manuale, racchiudendoli in casse preziose ed eleganti. Spesso, i modelli dal design classico, aveva una cassa in oro massiccio e quadrante pulito, incarnando l’eleganza e il prestigio del marchio negli anni ’60. Fin dalla sua nascita, SILVER si è contraddistinta per orologi di qualità, oggi ricercati dai collezionisti vintage, e per una storia affascinante che unisce passato e presente. In questo articolo ripercorriamo la storia di Silver, un brand di orologi ormai scomparso ma che ha conosciuto una breve rinascita in tempi recenti, tra aneddoti familiari, curiosità e modelli iconici. Prepariamoci a un viaggio nel tempo, dal glorioso passato analogico all’era dei microbrand indipendenti, per riscoprire un marchio che ha lasciato un segno indelebile nel cuore degli appassionati.

Le origini del marchio Silver: un nome prezioso nell’orologeria svizzera del ’900

Come molti marchi orologieri nati nel dopoguerra, anche Silver affonda le sue radici in Svizzera, patria tradizionale dell’orologeria di qualità. Sebbene le informazioni siano scarse (il brand non è più attivo da decenni e la documentazione storica è limitata), il nome Silver compare negli elenchi dei marchi svizzeri d’epoca ormai “scomparsi”. Probabilmente fondato a metà del XX secolo, SILVER scelse un nome semplice ma evocativo – “Silver”, come l’argento – a richiamare preziosità e lucentezza, valori ben associati agli orologi.

dettaglio quadrante Orologio Silver Extra Cronografo Vintage in Oro Massiccio

Durante gli anni ’50-’60, Silver produceva orologi da polso sia da uomo che da donna, distinguendosi per linee classiche ed eleganti abbinate a movimenti svizzeri affidabili. Un esempio degno di nota è il cronografo Silver Extra in oro 18kt: un segnatempo raffinato con doppio contatore cronografico, animato dal movimento Landeron cal. L48 a 17 rubini, dotato di scala tachimetrica e lancette dorate. Questo modello, definito “Extra” probabilmente per sottolinearne la qualità “extraordinaria”, rappresentava il fiore all’occhiello della produzione Silver in quei tempi.

 

Ma Silver non si limitava ai cronografi. Il marchio realizzò anche orologi classici e da dress. Ad esempio, risultano esemplari di orologi rettangolari in oro per signora, risalenti ai primi anni ’60, equipaggiati con movimenti meccanici di ottimo livello: un modello montava un calibro 351 di manifattura ETA – lo stesso utilizzato in passato anche da Cartier. Ciò indica che Silver si riforniva da fornitori svizzeri di alto profilo, integrando nei propri segnatempo calibri precisi e collaudati. La cura per i dettagli era evidente anche in componenti come le corone, talvolta arricchite con cabochon di zaffiro, e nei quadranti sobri con indici applicati. Insomma, negli anni d’oro dell’orologeria analogica Silver si costruì una reputazione di piccolo marchio di qualità, probabilmente distribuito sul mercato locale europeo e apprezzato da chi cercava eleganza classica e affidabilità meccanica.

L’oblio e la scomparsa del marchio storico

Come accaduto a molte altre aziende orologiere di media grandezza, SILVER non sopravvisse all’epoca delle grandi trasformazioni del settore. Già negli anni ’70, con l’avvento dell’elettronica e della crisi del quarzo, molti marchi svizzeri indipendenti dovettero chiudere i battenti o furono assorbiti da gruppi maggiori. Silver rientra tra queste “marche scomparse” e oggi il suo nome compare soltanto in liste storiche e nei cataloghi dei collezionisti. Per diversi decenni, dunque, il marchio Silver è rimasto avvolto nel silenzio, conosciuto solo agli appassionati di orologi vintage che ogni tanto si imbattevano in qualche pezzo d’epoca recante la scritta “Silver” sul quadrante.

Eppure, la storia di Silver non finisce qui. Sorprendentemente, a distanza di oltre mezzo secolo, il nome Silver Watch Company è tornato a riecheggiare nel mondo dell’orologeria grazie a una rinascita sotto forma di microbrand. Una vicenda recente che merita di essere raccontata, poiché mescola passione familiare, nostalgia storica e le sfide del mercato contemporaneo.

La nascita del microbrand: Silver Watch Co.

Nel 2018, un piccolo gruppo di appassionati lancia un nuovo marchio indipendente di orologi e decide di battezzarlo Silver Watch Co. Dietro questa iniziativa c’è una storia affascinante: un’azienda familiare creata da padre e figlio, uniti dall’amore per l’orologeria vintage e supportati nei consigli da Manchester Watch Works. Manchester Watch Works (MWW) era a sua volta un microbrand affermato, e fornì ai Silver la competenza e la rete di produzione necessarie per trasformare un sogno in realtà. Come riportato sul forum di appassionati Hablemos de Relojes, l’idea dei fondatori Silver nacque addirittura da un cimelio di famiglia: un autentico “Milsub” (Military Submariner) appartenuto al nonno. Possedere quell’orologio militare d’epoca – un raro Submariner assegnato alla Marina, probabilmente degli anni ’70 – ispirò padre e figlio a realizzare un omaggio moderno a quello storico segnatempo.

Il progetto Archetype One: un omaggio appassionato al “Milsub”

Il primo modello nato da questa avventura è il Silver Archetype One, presentato alla fine del 2018. Si tratta di un orologio subacqueo automatico dal design dichiaratamente ispirato al leggendario Tudor/Rolex “Milsub” – il Submariner militare degli anni ’70 reso celebre dalla Marina Francese (Marine Nationale) e dai reparti speciali. Silver Watch Co ha voluto rendere omaggio a quel modello iconico riproducendone fedelmente estetica e proporzioni, con un’attenzione quasi maniacale ai dettagli. Sul quadrante campeggia il logo Silver e, pur non comparendo la scritta “Archetype One” (nome modello indicato solo sul fondello), tutto nell’orologio richiama i Submariner vintage: dagli indici geometrici e trattati in lume color custard (un falso invecchiamento “fauxtina” giallognolo), alle caratteristiche sfere “Snowflake” a fiocco di neve tipiche dei Tudor MN.

La cassa in acciaio ha diametro di circa 39 mm (39,5 mm misurati includendo la sporgenza della ghiera) e uno spessore contenuto attorno ai 12 mm, dimensioni ideali per rievocare le proporzioni vintage senza rinunciare alla robustezza. L’impermeabilità è garantita fino a 300 metri, grazie anche a una corona a vite (abbellita dal logo Silver) protetta da spallette “a becco di pappagallo” come nei Submariner classici. Il movimento scelto è il collaudato calibro Miyota 9015 automatico (o la variante 9039 senza data, per le versioni “no date”) – un movimento giapponese affidabile e sottile, che ha permesso di mantenere il profilo dell’Archetype One molto slanciato (si parla di circa 10,45 mm di spessore cassa, un dato davvero ottimo per un diver automatico).

La cura costruttiva e la qualità dei dettagli dell’Archetype One hanno sorpreso molti appassionati. Al lancio l’Archetype One aveva un prezzo intorno ai 449 dollari, collocandosi in una fascia accessibile per un microbrand di qualità. La dotazione comprendeva anche un robusto bracciale in acciaio tipo Oyster, con finali solidi e fibbia deployante incisa, che i recensori hanno apprezzato per la comodità e le finiture (maglie con viti e chiusura di sicurezza fresata). In sintesi, il Silver Archetype One offriva un’esperienza vintage autentica ad un costo contenuto, meritandosi l’entusiasmo di chi cercava un orologio “nostalgico” ma utilizzabile quotidianamente.

Successi, speranze e difficoltà: il breve viaggio di Silver Watch Co.

Il lancio dell’Archetype One – prodotto in due varianti principali, una con quadrante e sfere “Snowflake” blu (omaggio ai Tudor Marine Nationale) e una versione cosiddetta “Maxi dial” nera sterile ispirata ai Rolex Milsub 5513/5517 – fu accolto positivamente nella comunità dei microbrand. Forte di questo piccolo successo iniziale, la Silver Watch Co. non si è fermata: nel corso del 2019 i fondatori hanno presentato nuovi concept e prototipi, desiderosi di ampliare la propria linea. Uno dei progetti più curiosi è stato un orologio al quarzo ad altissima precisione (HAQ, High Accuracy Quartz), equipaggiato con il calibro ETA Thermoline E64.511. Silver ne pianificò il lancio su Kickstarter ad un prezzo indicativo di 329 dollari. Tuttavia, questa campagna non ebbe fortuna: come riportato, non raggiunse l’obiettivo e il progetto fu cancellato in corso d’opera. Evidentemente il pubblico degli appassionati Silver, affezionato più all’anima meccanica vintage del primo modello, accolse freddamente l’idea di un segnatempo al quarzo, seppur tecnologicamente avanzato.

Parallelamente, Silver stava lavorando a un secondo modello automatico, indicato informalmente come “Archetype 1.2”. Questa volta l’ispirazione tornava a puntare sui Tudor Submariner classici, con variazioni nel design per offrire qualcosa di nuovo ma nel solco del precedente successo. I prototipi furono mostrati online e partirono persino le prenotazioni con caparra da parte di clienti entusiasti. Sembrava che Silver Watch Co. fosse pronta al salto successivo. Ma purtroppo, ad un certo punto verso la fine del 2019, accadde l’inaspettato: tutti i preordini vennero rimborsati e il progetto fu bruscamente interrotto. La giovane azienda decise di non proseguire oltre la sua avventura. I motivi? Una sorta di tempesta perfetta che si abbatté sul microbrand: da un lato la guerra commerciale USA-Cina con i conseguenti dazi (incidendo sui costi di produzione in Asia), dall’altro problemi di approvvigionamento e aumenti di prezzo dei movimenti meccanici da parte dei fornitori. Tutti fattori che, combinati insieme, hanno creato ostacoli insormontabili per una piccola realtà emergente. Era la fine del 2019 e l’avventura Silver Watch Co. è durata poco più di un anno.

Da lì in avanti calò di nuovo il silenzio sul nome Silver. Il sito ufficiale passò da operativo al famigerato errore 404, l’account Instagram del marchio smise di aggiornarsi e i messaggi degli utenti rimasero senza risposta. Insomma, Silver Watch Co. divenne un’altra vittima della difficile giungla dei microbrand indipendenti.

Eredità e curiosità sul marchio Silver

Sebbene Silver Watch Co. non esista più operativamente, la sua doppia storia – quella del marchio storico svizzero e quella della startup moderna – lascia un’eredità affascinante. Dal lato vintage, i segnatempo Silver anni ’50-’60 sono oggi ricercati da collezionisti di orologi d’epoca poco convenzionali. Non avendo la notorietà dei grandi nomi, spesso si possono trovare a prezzi abbordabili, il che li rende prede interessanti per chi ama scovare gioielli nascosti dell’orologeria del passato. Un cronografo Silver Extra in oro, ad esempio, offre il fascino di un Landeron d’epoca e di una cassa in metallo prezioso ad una frazione del costo di marchi più blasonati, pur condividendo con essi fornitori di movimenti e qualità costruttiva. Allo stesso modo, orologi da dress Silver con movimenti ETA rappresentano pezzi di storia che raccontano di un’epoca d’oro in cui tante piccole ditte svizzere competevano nel creare segnatempo eleganti per un pubblico in crescita.

Dal lato del microbrand recente, l’Archetype One e i pochi esemplari prodotti rimangono nei forum e nei gruppi di appassionati come oggetti di culto. Ogni tanto spuntano unità in vendita sul mercato secondario, spesso subito acquistate da chi ne apprezza la rarità e il valore emozionale. Chi ha avuto la fortuna di comprarne uno nuovo all’epoca, oggi possiede un piccolo pezzo unico di quella stagione creativa dei microbrand fine anni 2010. La storia di Silver Watch Co. è anche un monito su quanto sia arduo mantenere in vita una micro-impresa nel mondo globalizzato: basti pensare che persino un design promettente come l’Archetype 1.2 fu poi realizzato (con alcune modifiche) da un altro microbrand, Nereus, fondato dal proprietario di Cincy Strap Co., salvo poi scomparire anch’esso dopo poco tempo. Segno che le idee valide trovano sempre il modo di emergere, ma anche che la competizione è feroce e la stabilità sfuggente.

In definitiva, Silver resta un nome che racchiude due storie e due epoche distanti ma unite dalla passione per l’orologeria. Da un lato evoca i tempi in cui l’industria svizzera produceva segnatempo meccanici raffinati, dall’altro simboleggia la voglia odierna di riportare in vita quel passato attraverso omaggi moderni. È la storia di un marchio dimenticato dai più, ma mai davvero scomparso nei cuori di chi ama gli orologi: oggi rivive nei racconti, negli articoli di blog come questo e al polso di qualche intenditore. E chissà che in futuro il nome Silver non possa tornare ancora una volta, pronto a scrivere un nuovo capitolo di questa saga fatta di metallo prezioso, ingegno familiare e tempo che scorre, inesorabile ma affascinante, sulle lancette di un orologio.

Credits: Watchuseek - Hablemos de Relojes - Two Broke Watch Snobs

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