
Kienzle 1822: Storia di un Marchio di Orologeria Leggendario
Share
Kienzle è molto più di un semplice brand di orologi: è un vero pezzo di storia dell’orologeria, essendo il più antico marchio di orologi tedesco ancora esistente, con origini che risalgono al 1822. Nato nel cuore della Foresta Nera in Germania e rinato in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale, questo marchio ha attraversato due secoli di innovazioni, sfide e successi. In questo articolo ripercorriamo con passione la straordinaria storia di Kienzle – dalle sue umili origini artigianali, passando per l’industrializzazione pionieristica e gli aneddoti curiosi (come un autobus itinerante usato come showroom negli anni ’30!), fino al posizionamento attuale sul mercato. Prepariamoci a un viaggio nel tempo alla scoperta di come Kienzle 1822 ha saputo coniugare la tradizione orologiera tedesca con la creatività italiana, rimanendo rilevante e affascinante per gli appassionati ancora oggi.
Le origini nella Foresta Nera (1822-1900)
La storia di Kienzle comincia nel 1822 a Schwenningen, una cittadina della Foresta Nera nel sud della Germania, all’epoca nel Regno di Württemberg. Qui l’orologiaio Johannes Schlenker aprì un piccolo laboratorio artigianale, specializzato nella produzione di orologi a pendolo e orologi da parete tipici della tradizione locale. Nel corso dei decenni, grazie anche all’ingresso dei figli di Schlenker in azienda intorno al 1855, il marchio iniziò a espandersi e guadagnare popolarità anche fuori dai confini regionali. Verso la metà dell’Ottocento, la manifattura contava già una ventina di dipendenti e produceva circa 20.000 orologi a pendolo e da parete all’anno, un numero impressionante per l’epoca.
Nel 1883 avvenne una svolta fondamentale: Jakob Kienzle, giovane imprenditore e genero del fondatore Schlenker, entrò nella società. In breve tempo Jakob, assieme a suo cognato (erede di Schlenker), rilevò l’azienda e la ribattezzò Schlenker & Kienzle. Circa un decennio più tardi, nel 1897, Jakob Kienzle divenne l’unico proprietario e cambiò definitivamente il nome dell’azienda in Kienzle. Oltre al nome, Jakob portò in dote uno spirito innovativo: introdusse infatti nell’azienda metodi di produzione moderni ispirati al “sistema americano”, standardizzando la realizzazione di singole parti in serie pronte per l’assemblaggio. Questa intuizione di produzione industriale su larga scala permise di ridurre sensibilmente i costi e aumentare i volumi, dando a Kienzle un vantaggio competitivo mentre altri concorrenti arrancavano. Verso la fine del XIX secolo, grazie a queste innovazioni, Kienzle riuscì persino a superare indenne una grave crisi economica causata dall’aumento dei costi delle materie prime e dalla carenza di manodopera specializzata.
Con l’approccio visionario di Jakob Kienzle, l’azienda conobbe una rapida crescita. Già nel 1899 la fabbrica impiegava circa 400 operai e fu tra le prime ad adottare l’illuminazione elettrica nei propri reparti produttivi. In quegli anni venivano realizzati oltre 160.000 orologi (tra sveglie e orologi da muro) all’anno. L’espansione spinse Kienzle a guardare ai mercati internazionali: all’inizio del Novecento furono aperte filiali a Milano, Londra e Parigi per distribuire i prodotti nelle maggiori metropoli europee. La fama della manifattura tedesca cresceva di pari passo al suo catalogo: accanto alle classiche pendole, comparvero i primi orologi da viaggio e da tasca, nonché i primi esperimenti di orologi da polso (inizialmente da donna) già prima della Prima Guerra Mondiale. Nel 1904 Kienzle lanciò con grande successo il suo primo orologio da tasca, caratterizzato da un design pulito e robusto, che divenne subito distintivo del marchio. Poco dopo, nel 1905, fu la volta delle sveglie da viaggio, prodotti molto richiesti in un’Europa in cui la mobilità stava aumentando.
Innovazione e successo globale tra le due guerre (1900-1930)
Già dai primi del ’900 Kienzle mostrò un’incredibile capacità di innovare e adattarsi alle esigenze del mercato. Nel 1910 l’azienda iniziò a produrre i primi orologi per automobili, aprendo così un nuovo capitolo nella sua storia. Si trattava di piccoli orologi da cruscotto, resistenti alla polvere e all’umidità, pensati per essere montati sui veicoli a motore. Fu addirittura la prestigiosa Rolls-Royce la prima casa automobilistica a dotare i propri modelli di un orologio Kienzle: un segnatempo a carica manuale della durata di 8 giorni, impermeabile e anti-polvere, installato sul cruscotto come dotazione di lusso. Questo primato segnò l’inizio di un sodalizio duraturo tra Kienzle e l’industria automobilistica: negli anni successivi numerosissimi marchi – da Porsche a Mercedes-Benz, da BMW a Volkswagen – scelsero gli strumenti di Kienzle per equipaggiare le proprie vetture. La domanda di orologi Kienzle crebbe vertiginosamente: già nel 1913 l’azienda raggiunse la produzione di 3 milioni di orologi all’anno e contava circa 2.500 dipendenti, affermandosi come uno dei più grandi produttori di orologi “di massa” in Germania, al pari di Junghans.
Durante gli anni ’20, accanto alla produzione di serie, Kienzle continuò a distinguersi per l’alta qualità e affidabilità dei suoi movimenti meccanici. Uno dei più noti fu il calibro 051a50, realizzato in numerose varianti e rinomato per la sua robustezza e precisione. Nel 1931 l’azienda lanciò il suo primo orologio da polso in stile Art Déco, resistente all’acqua e dotato di movimento Kienzle calibro 051, che divenne un best-seller dell’epoca. L’anno seguente, nel 1932, fu concepito e prodotto il primo leggendario orologio da aviazione Kienzle. Questo segnatempo pionieristico, pensato per piloti e strumenti di bordo, inaugurò la tradizione Kienzle nel campo degli orologi aviator, destinata a continuare per molti decenni. Proprio su questa scia, venne realizzato anche un particolare orologio da pilota con carica di 8 giorni, pensato per durare a lungo e risultare affidabile anche in condizioni estreme.
In questi anni Kienzle non mancò di stupire anche sul fronte del marketing. Per promuovere i propri prodotti infatti adottò un’idea avanguardistica: un enorme showroom mobile noto come “Kienzle Bus”. Tra il 1937 e il 1938 furono allestiti due futuristici autobus su telaio Mercedes, lunghi ben 16 metri e pesanti 11 tonnellate, che fungevano da esposizione itinerante. L’interno del veicolo ospitava una vera mostra di orologi rivolta agli addetti ai lavori, mentre lungo le fiancate erano incastonate vetrine con orologi in esposizione per il pubblico. Questi autobus erano dotati persino di generatori autonomi, impianto radio, grammofono e perfino posti letto e serbatoi d’acqua, in modo da poter viaggiare in tournée attraverso città e fiere mostrando al mondo l’eccellenza dei prodotti Kienzle. Il Kienzle Bus, con il suo look nero lucido recante la scritta “Kienzle Uhren” e un grande orologio sul lato, destò enorme curiosità e divenne esso stesso un pezzo di storia: un rarissimo esempio di pubblicità itinerante negli anni ’30. Questa mossa lungimirante di Kienzle fu talmente efficace che ancora oggi viene ricordata con ammirazione dagli appassionati di storia dell’orologeria.
Kienzle e l’Italia: la nascita della S.I.O.K. (1933-1945)
Nel 1933 Kienzle decise di consolidare la propria presenza in uno dei suoi mercati esteri più importanti, l’Italia. In quell’anno venne aperta una filiale a Milano, formalizzata come S.I.O.K. – Società Italiana Orologi Kienzle, con l’obiettivo di assemblare movimenti e produrre casse per gli orologi destinati al mercato italiano. La sede milanese, guidata dai fratelli Massimo e Riccardo Weyler (tecnici che avevano già lavorato presso la casa madre in Germania), permise a Kienzle di radicarsi ulteriormente in Italia, sfruttando il gusto locale e avvicinandosi alla clientela del Bel Paese. Purtroppo, gli eventi bellici interruppero bruscamente questa espansione: con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la filiale italiana dovette chiudere e i collegamenti con la casa madre si interruppero.
Nel frattempo, durante il conflitto, la produzione Kienzle in Germania fu messa al servizio dello sforzo bellico nazista – un capitolo oscuro ma significativo. La fabbrica impiegò anche lavoratori coatti provenienti dai paesi occupati e fornì vari strumenti di cronometraggio e orologi alle forze armate tedesche (Wehrmacht e Luftwaffe). In particolare, Kienzle realizzò cronografi da cockpit a carica 8 giorni installati sugli aerei militari come i caccia Messerschmitt e Heinkel, oltre a robusti orologi da polso e da tasca destinati ai soldati e agli ufficiali. Un aneddoto curioso di questo periodo riguarda un esclusivo orologio mondiale da tavolo prodotto da Kienzle nel 1939: su commissione di esponenti del regime, venne progettato come dono per il 50º compleanno di Adolf Hitler. L’orologio presentava sul quadrante un planisfero terrestre e, in una finestra a mezzaluna, mostrava i vari fusi orari del mondo – un pezzo unico dal grande valore simbolico e tecnico per l’epoca. Sebbene legato a una pagina fosca della storia, questo orologio resta una testimonianza della capacità della manifattura Kienzle di cimentarsi in creazioni speciali e fuori dal comune.
Dal dopoguerra alla rinascita: gli anni ’50 e ’60
Con la fine della guerra, la Kienzle dovette letteralmente rinascere dalle sue ceneri, almeno per quanto riguardava la presenza in Italia. Proprio a Milano, la famiglia Weyler si fece promotrice della ripartenza: Massimo e Riccardo Weyler riuscirono a rilevare la filiale italiana Kienzle, dimostrando grande coraggio imprenditoriale in un periodo molto difficile. Sotto la loro guida, la Società Italiana Orologi Kienzle riprese gradualmente le attività, concentrandosi sempre più sugli orologi da polso – diventati nel frattempo il prodotto dominante del settore, soppiantando gli orologi da tasca. Nel 1954 vi fu il passaggio alla seconda generazione: i cugini Gerhard e Gunther Weyler subentrarono alla guida dell’azienda italiana, consolidando il legame familiare al timone. Grazie alla determinazione dei Weyler, Kienzle Italia (come verrà ribattezzata più avanti) poté prosperare e allinearsi alla produzione della casa madre, contribuendo a diffondere il marchio nel nostro Paese.
Nel frattempo anche la casa madre tedesca conosceva un nuovo slancio produttivo. Già tra gli anni ’40 e ’50, Kienzle aveva lanciato un’infinità di modelli e strumenti innovativi. Celebre fu il Kienzle Signal, un timer meccanico a conto alla rovescia fino a 60 minuti introdotto in quel periodo e declinato in numerose versioni. Sul fronte degli orologi da polso, a metà anni ’50 nacquero linee più sportive e moderne come la Alfa, la Markant e la Life, dotate di cassa a vite, ottima leggibilità ed effetti antimagnetici. Si trattava di segnatempo robusti, pensati per l’uso quotidiano, che riscossero successo per la loro affidabilità. In quegli stessi anni Kienzle presentò anche il “Volks Automatik”, letteralmente l’automatico del popolo: un orologio da polso a carica automatica (basato sulla serie di movimenti Kienzle 57), con rotore bidirezionale e 17 rubini. L’idea era offrire un orologio automatico accessibile al grande pubblico, un po’ come la Volkswagen lo era per le automobili. Tuttavia, il Volks Automatik si rivelò piuttosto costoso rispetto alla versione a carica manuale, motivo per cui non conobbe una diffusione ampia e Kienzle decise di non sviluppare ulteriormente movimenti automatici in-house oltre quella serie. Parallelamente, nel 1948, per celebrare il proprio successo internazionale nell’orologeria meccanica, Kienzle lanciò la famosa linea Bauhaus, caratterizzata da un’estetica elegante e minimalista ispirata all’omonima scuola d’arte e design tedesca. Questo mix di modelli – dagli sportivi e robusti a quelli di gusto raffinato – dimostrò la versatilità del marchio nel rispondere alle diverse esigenze del pubblico.
Un altro campo in cui Kienzle dominò per decenni fu quello degli orologi per interni e per veicoli. Fino alla fine degli anni ’60, il marchio detenne di fatto un monopolio nella produzione di orologi da auto, fornendo strumenti di bordo per case prestigiose come Mercedes, Porsche, Audi, Aston Martin, Bentley e Jaguar, oltre alle già citate Rolls-Royce e BMW. Anche le sveglie da tavolo e gli orologi da parete marchiati Kienzle continuarono a essere prodotti in gran numero: un modello emblematico fu il Kienzle Duo, una sveglia da tavolo degli anni ’30 che ottenne grande successo popolare. Negli anni ’60, invece, divenne celebre un particolare orologio da tavolo rotondo che riportava sul quadrante il planisfero terrestre e i vari fusi orari (il design derivava proprio dal progetto del 1939 destinato a Hitler, di cui abbiamo detto prima). Un altro pezzo interessante presentato in quel periodo fu l’Heliomat, un orologio da tavolo alimentato a energia solare, anticipatore di tecnologie che sarebbero esplose nei decenni successivi.
Orologi come questo incarnavano la filosofia del marchio: affidabilità tedesca e design funzionale, con cassa robusta, movimento antimagnetico e uno stile sobrio adatto all’uso quotidiano. La linea Alfa, insieme alle coeve Markant e Life, mostrava l’impegno di Kienzle nel creare segnatempo moderni e pratici per il pubblico di massa. Dettagli come il fondello serrato a vite, il quadrante ben leggibile e i movimenti costruiti in-house con pochi rubini ma altamente robusti testimoniavano la cura costruttiva tipica della manifattura di Schwenningen. Anche grazie a questi modelli, negli anni ’50-’60 Kienzle consolidò la propria reputazione di produttore di orologi “onesti” e resistenti, compagni fidati nella quotidianità di tantissime persone.
Dall’era del quarzo all’evoluzione tecnica (1970-1990)
Entrando negli anni ’70, il mondo dell’orologeria subì cambiamenti epocali con l’avvento della tecnologia quarzo. Kienzle, forte della sua storia, dimostrò ancora una volta capacità di adattamento. Sul fronte del design, durante i primi anni ’70 venne introdotta la collezione Aristokrat, dal gusto decisamente in linea con i tempi: orologi con casse di forma particolare – rettangolari o quadrate con angoli smussati – e uno stile più audace e “modaiolo” rispetto al rigore del passato. Parallelamente continuava la serie Sport, già avviata negli anni ’60, caratterizzata da robuste casse a cuscino e un look sportivo molto apprezzato.
Il 1972 fu un altro anno da ricordare per Kienzle: l’azienda presentò Heliomat, il primo orologio da polso solare del marchio, precorrendo i tempi nell’utilizzo di celle solari come fonte di alimentazione. Nello stesso periodo, Kienzle mise in produzione anche i suoi primi movimenti al quarzo e fu tra le prime case a proporre una sveglia da viaggio al quarzo con display LCD, intercettando la rivoluzione elettronica dell’orologeria. La produzione tradizionale meccanica comunque non venne abbandonata: per tutti gli anni ’80 Kienzle continuò a realizzare orologi da polso meccanici accanto a sveglie, pendole e orologi da parete, mantenendo una gamma ampia per soddisfare ogni esigenza.
Un prodotto emblematico degli anni ’80 fu il Kienzle Satellite, un orologio da tavolo radiocontrollato. Inizialmente racchiuso in una cassa in legno, il “Satellite” assicurava una precisione assoluta grazie alla sincronizzazione via segnale radio, ed ebbe un notevole successo tra il pubblico amante della tecnologia. Curiosamente, proprio in quel periodo la filiale italiana (S.I.O.K.) ampliò il suo catalogo distribuendo anche pendole e orologi da tavolo di altri marchi prestigiosi, come la francese L’Epée e la tedesca Kundo, a riprova della reputazione e della rete commerciale di cui godeva Kienzle in Italia.
Nel 1992 Kienzle celebrò in grande stile i suoi 170 anni di storia: per l’occasione fu realizzato un cronografo automatico in edizione limitata, dotato di calendario completo. Questo orologio commemorativo montava l’eccellente movimento Valjoux 7751 e rappresentò un tributo all’eredità tecnica del marchio, unendo complicazioni utili (come il datario completo e le fasi lunari) alla robustezza di un segnatempo sportivo. Qualche anno dopo, nel 1995, Kienzle fece parlare di sé in tutto il mondo per un primato assoluto: la creazione dell’Hyperbar Extreme, un orologio subacqueo professionale dichiarato come il più resistente al mondo. L’Hyperbar Extreme vantava infatti un’impermeabilità fino a 1200 bar, equivalenti a circa 12.000 metri di profondità. Si trattava di un livello ben oltre le esigenze reali (nessun essere umano può scendere a quelle profondità), ma dimostrava la volontà dell’azienda di spingersi oltre i limiti e di primeggiare anche sul piano tecnologico. Con l’Hyperbar, Kienzle si inserì di diritto nell’élite dei produttori di diver ultratecnici, accanto a pochissimi altri marchi capaci di simili imprese.
Questi traguardi tecnici non devono far dimenticare che nel corso degli anni ’90 il settore affrontò anche sfide commerciali e di riorganizzazione. Kienzle Uhren GmbH, la sede tedesca, fu acquisita nel 1997 da un gruppo industriale (Highway Holdings) e poi nel 2002 tornò indipendente con la fondazione di Kienzle AG in Germania. La direzione strategica però stava per cambiare rotta, spostandosi significativamente verso l’Italia.
Kienzle oggi: tradizione tedesca in mani italiane (2000-oggi)
Nel settembre 2002 la Società Italiana Orologi Kienzle cambiò ufficialmente nome in Kienzle Italia, sancendo di fatto che l’epicentro dell’attività orologiera del marchio era ormai stabilmente nel nostro Paese. Nello stesso anno, la storica sede legale tedesca fu trasferita da Schwenningen ad Amburgo, con il tentativo di ridare slancio internazionale al brand attraverso la Kienzle AG. Tuttavia, il destino riservò sorti alterne: mentre in Germania l’azienda avrebbe poi diversificato la produzione su elettronica di consumo e altri apparecchi, andando incontro anche a difficoltà finanziarie (fino alla dichiarazione di insolvenza nel 2010 e un ulteriore fallimento nel 2014), in Italia Kienzle trovò una seconda vita e una rinnovata identità. Sotto la guida della famiglia Weyler – con Emanuel Weyler, terza generazione, saldamente al comando dal 2002 – Kienzle Italia ha proseguito la tradizione orologiera concentrandosi sul mercato italiano e su una filosofia di prodotto ben definita.
Oggi Kienzle Orologi può vantare un’ampia collezione di orologi da polso che unisce il meglio di due mondi: la qualità costruttiva e la robustezza tedesca si fondono con la modernità del design italiano, dando vita a segnatempo unici. La mission dichiarata dell’azienda è realizzare orologi che raggiungano il perfetto equilibrio tra alta qualità, estetica contemporanea di successo e prezzi competitivi. In altre parole, Kienzle vuole offrire “il sogno non più proibito” a tutti gli appassionati: orologi di standard elevato ma accessibili, perché la bellezza e la precisione non siano riservate a pochi eletti. Questa strategia si è rivelata vincente, permettendo la creazione di collezioni dallo stile attuale e in linea con i trend italiani, ma sempre fedeli allo spirito originario del marchio. Attualmente Kienzle conta circa 1.500 punti vendita attivi in Italia, una capillare rete di orologerie e gioiellerie che distribuiscono i suoi prodotti su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un posizionamento forte nel mercato domestico, costruito negli anni grazie alla presenza costante e alla fiducia guadagnata presso rivenditori e clienti.
Sul piano del prodotto, Kienzle oggi propone diverse linee di orologi, pensate per accontentare gusti differenti pur mantenendo un filo conduttore comune. Le collezioni principali includono:
- Classic – una linea elegante e senza tempo, che comprende segnatempo raffinati dal gusto classico. Un esempio è il Mechanical Edition, orologio con riserva di carica, datario retrogrado e “heart beat” a vista sul quadrante (movimentato da un calibro automatico Sea-Gull di produzione cinese). I modelli Classic richiamano l’eredità storica del marchio, con design puliti e dettagli tradizionali.
- Aviator – orologi ispirati ai vecchi orologi da pilota che Kienzle produce fin dalla Seconda Guerra Mondiale. Hanno quadranti ad alta leggibilità, spesso con elementi vintage come grandi numeri e indici luminosi, evocando gli strumenti di bordo degli aerei d’epoca. Nel 2022, per celebrare i 200 anni dalla fondazione, Kienzle ha lanciato proprio un modello Aviator speciale, con movimento automatico e il numero “200” ben visibile sul quadrante, a commemorare lo storico anniversario.
- Diver – la linea dedicata agli appassionati di orologi subacquei. Qui spiccano i modelli a marchio Poseidon (brand parte del gruppo Kienzle), robusti orologi impermeabili pensati per l’avventura in acqua, e il modello Ares, un diver professionale capace di raggiungere i 1000 metri di profondità. Questi segnatempo sub uniscono caratteristiche tecniche di rilievo (come valvola per l’elio, ghiera unidirezionale, luminescenza potente) a un design accattivante e contemporaneo.
- Hommage – una collezione tributo alla storia del marchio, che rivisita in chiave moderna alcuni modelli del passato o celebra particolari ricorrenze storiche. In questa linea rientrano spesso edizioni limitate o pezzi speciali per collezionisti, che incarnano l’essenza di Kienzle con dettagli retrò e richiami estetici d’archivio.
- Tasca e altre complicazioni – Kienzle non ha dimenticato gli amanti dello stile più classico: ancora oggi propone orologi da tasca in varie fogge, mantenendo viva una tradizione che risale alle sue origini. Inoltre nel catalogo trovano spazio orologi con complicazioni avanzate (come calendari completi, fasi lunari, tourbillon in collaborazione) e serie speciali in tiratura limitata, a testimonianza del fatto che il marchio continua a sperimentare pur rispettando la propria eredità.
Pur essendo un brand bicentenario, Kienzle continua quindi a rinnovarsi, proponendo orologi al passo coi tempi ma con un’anima che rimanda alla sua lunga tradizione. Il tridente sul quadrante del Poseidon è un simbolo di conquista degli abissi, ma potrebbe anche rappresentare la determinazione con cui Kienzle ha saputo attraversare indenne le tempeste della storia, riemergendo ogni volta più forte di prima.
In conclusione, la storia di Kienzle è un affascinante viaggio attraverso due secoli di orologeria. Da piccolo laboratorio nella Foresta Nera a pioniere della produzione industriale, da fornitore delle più lussuose auto d’epoca a protagonista dell’era del quarzo, fino alla sua rinascita italiana, questo marchio ha dimostrato una straordinaria capacità di resilienza e adattamento. Oggi come ieri, indossare un orologio Kienzle significa portare al polso un pezzo di storia – la storia di un brand che, nato nel 1822, ha saputo mantenere vivo il proprio cuore meccanico attraverso generazioni, unendo precisione tedesca e passione italiana. E chissà quali altre pagine entusiasmanti aggiungerà ancora al grande libro del tempo…
Curiosità in sintesi: Kienzle è il marchio di orologi più antico di Germania (oltre 200 anni di storia); negli anni ’30 promuoveva i suoi prodotti con un enorme bus itinerante attrezzato a showroom; i suoi orologi da cruscotto ornavano le auto di Rolls-Royce e Bentley già nel 1910; ha prodotto orologi solari e radiocontrollati tra i primi al mondo; e perfino un orologio da tavolo come regalo per il compleanno di Hitler nel 1939. Pochi brand orologieri possono vantare una tale ricchezza di aneddoti e un legame così forte tra passato e presente – Kienzle è senza dubbio uno di questi, una leggenda che continua a ticchettare instancabilmente.
Credits: Wikipedia - Kienzle.it