
Longines: storia di un marchio leggendario tra eleganza e innovazione
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Longines, con il suo iconico emblema della clessidra alata, non è solo uno dei marchi di orologi svizzeri più antichi al mondo: è una leggenda vivente dell’orologeria. La storia Longines inizia in una piccola valle nel cuore del Giura svizzero e si snoda per quasi due secoli, intrecciando tradizione artigianale e spirito pionieristico. Sin dal 1832, questo marchio ha saputo fondere eleganza, precisione e innovazione tecnica, conquistando il cuore degli appassionati di orologi Longines in tutto il mondo. In questo racconto tra passato e presente, ripercorriamo l’evoluzione, la filosofia e l’identità di Longines, un viaggio emozionante che ci porta dalle origini umili fino ai traguardi internazionali e ai modelli iconici Longines che hanno fatto la storia.
Le origini di Longines: una visione nel cuore della Svizzera

Corre l’anno 1832. Nel tranquillo villaggio di Saint-Imier, un intraprendente giovane di nome Auguste Agassiz unisce le forze con altri artigiani per creare un piccolo laboratorio di orologeria. In quell’epoca lontana, la produzione avveniva a mano: ogni orologiaio realizzava i componenti nella propria casa per poi assemblarli insieme. Agassiz, però, getta il seme di qualcosa di più grande. La sua dedizione alla qualità e alla precisione fa rapidamente conoscere i suoi orologi ben oltre i confini del villaggio. La bottega di Agassiz prospera e pone le basi di un’azienda familiare destinata a durare.
Nel 1852, il timone passa al nipote di Auguste, Ernest Francillon. Ernest è giovane, brillante e soprattutto audace: intuisce che il futuro dell’orologeria non può più basarsi solo sulla produzione frammentata nelle case dei vari artigiani. Decide allora di rompere gli schemi e costruire una vera fabbrica, unificando sotto lo stesso tetto i migliori talenti e introducendo metodi produttivi meccanizzati. La scelta è rivoluzionaria per l’epoca, ma Francillon crede fermamente che solo così si possano garantire livelli di qualità e precisione superiori. E ha ragione.
La storica fabbrica Longines a Saint-Imier, fondata da Ernest Francillon nel 1867, sorge ancora oggi nello stesso luogo, simbolo di una tradizione industriale ininterrotta. Fin dal principio, Longines ha coniugato l’abilità artigianale con l’innovazione tecnica, anticipando i tempi in un’epoca in cui l’orologeria stava evolvendo da lavoro manuale a produzione meccanizzata.
La nascita della Fabbrica Longines e il nome della leggenda

Nel 1866 Ernest Francillon individuò il luogo perfetto dove realizzare il suo sogno industriale: un terreno nei pressi di Saint-Imier chiamato “Les Longines” (in dialetto locale, “i prati allungati”). Proprio da quel toponimo nasce il nome Longines. L’anno successivo, 1867, la nuova fabbrica Longines apre i battenti e dà inizio a un’avventura destinata a durare per generazioni. Ancora oggi, incredibilmente, lo stabilimento originale di Longines è operativo nello stesso posto di allora – un fatto raro che testimonia l’attaccamento del marchio alle proprie radici.
Fin dai primi anni Francillon comprende l’importanza di proteggere l’identità dei propri orologi in un mercato in crescita. Ogni segnatempo uscito dalla fabbrica viene infatti marchiato col nome “LONGINES” e con il simbolo della clessidra alata, oltre a un numero di serie unico, per scoraggiare le imitazioni. Questa lungimiranza porta Longines a detenere un primato invidiabile: nel 1880 il nome Longines viene registrato come marchio in Svizzera, e nel 1889 Ernest Francillon registra ufficialmente anche il logo della clessidra alata. Da allora, quel simbolo distintivo accompagna ogni creazione della Maison. Oggi Longines può vantare il marchio registrato più antico nel settore orologiero, essendo il più antico emblema depositato presso l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale ancora in uso senza modifiche. Questo record simboleggia la continuità e l’autenticità di un brand che ha attraversato i decenni senza mai tradire se stesso.
Tra precisione e prestigio: i primi traguardi internazionali
Già alla fine dell’Ottocento, Longines iniziò a farsi conoscere sulle scene internazionali grazie alla qualità straordinaria dei suoi orologi. Nel 1878 la Maison sviluppa il suo primo cronografo, un movimento da tasca calibro 20H, racchiuso in una cassa incisa con l’immagine di un fantino a cavallo. Non è un caso: Longines mostra fin da subito un’affinità particolare con il mondo equestre. Quei cronografi con la clessidra alata diventano presto strumenti apprezzati dai giudici di gara degli ippodromi. Già nel 1881, nelle corse di cavalli negli Stati Uniti, i giudici utilizzano cronometri Longines per misurare i tempi con precisione. La passione per la precisione cronografica, unita al fascino delle competizioni equestri, getta le basi di una relazione che continuerà per oltre un secolo: ancora oggi il legame tra Longines e gli sport equestri è fortissimo, celebrato anche da collezioni dedicate come la linea “Equestrian”.
Il finire del XIX secolo vede Longines raccogliere premi e riconoscimenti. Nel 1885 l’azienda ottiene una medaglia all’Expo di Anversa, e negli anni successivi colleziona dieci Gran Premi internazionali, affermandosi come sinonimo di eccellenza orologiera. Grazie anche a una partnership strategica con l’importatore americano Wittnauer, i segnatempo Longines conquistano il mercato oltreoceano già a fine Ottocento. Agli inizi del ‘900, Longines è divenuta la marca di orologi svizzeri più diffusa negli Stati Uniti, a riprova di una reputazione ormai globale. La piccola officina di Saint-Imier è ufficialmente entrata nell’Olimpo dell’orologeria mondiale.
Longines e il cronometraggio sportivo: dal campo di gara alle Olimpiadi
Con l’avvento del XX secolo, l’innovazione tecnica di Longines trova terreno fertile nel cronometraggio sportivo. La maison svizzera non si limita a costruire orologi: vuole misurare le prestazioni, inchiodare il tempo sul traguardo degli eventi sportivi più importanti. Già nel 1912 Longines scrive una pagina di storia introducendo il primo meccanismo di cronometraggio attivato da un contatto elettrico. Durante una gara di ginnastica a Basilea, un filo elettrico steso sul traguardo ferma automaticamente il cronometro al passaggio dell’atleta – un’innovazione assoluta per l’epoca, che elimina il ritardo umano nel rilevare il tempo esatto. Da quel momento, la reputazione di Longines come cronometrista sportivo decolla.
Negli anni a seguire, Longines diventa partner e cronometrista ufficiale di innumerevoli eventi e federazioni sportive internazionali. Il suo nome compare nei maggiori appuntamenti sportivi del mondo: dai Giochi Olimpici all’automobilismo, dall’equitazione al tennis, fino alle competizioni di sport aerei. Ogni volta che c’è un record da misurare o un campione da incoronare sul filo dei secondi, Longines è in prima linea con i suoi strumenti di precisione. Questa presenza costante nello sport – pensiamo alle piste innevate dello sci alpino, alle pedane eleganti della ginnastica artistica o ai campi internazionali di tiro con l’arco – non solo conferma la fiducia riposta nel marchio, ma rafforza la sua identità: affidabilità, precisione e performance. Del resto, quando in gioco c’è la gloria di un oro olimpico o la vittoria in un Grand Prix, il tempo deve essere all’altezza del sogno. E Longines si assicura che lo sia.
Va ricordato che Longines è stata protagonista anche in momenti iconici delle Olimpiadi. Ad esempio, ai Giochi Olimpici di Città del Messico 1968, lavorando fianco a fianco con Omega, Longines introdusse cronografi in grado di visualizzare i tempi al decimo di secondo, segnando un nuovo standard di precisione nel cronometraggio olimpico. Nel corso del Novecento, il marchio ha continuato a sviluppare dispositivi all’avanguardia per lo sport: fotocellule, cronografi ad alta frequenza e persino sistemi di rilevazione automatica tramite fotofinish e filmati (come il celebre Chronocinégines sviluppato nel 1954). Tutte innovazioni che testimoniano come Longines abbia saputo coniugare la tradizione cronometri stica con l’incessante desiderio di superare i limiti tecnici.
Tra cielo e terra: Longines e le grandi imprese dell’aviazione
Negli anni Venti e Trenta, l’orizzonte di Longines si estende dai campi sportivi ai cieli lontani. È l’epoca dei grandi pionieri dell’aviazione e delle esplorazioni ardite, un’era in cui il coraggio degli uomini incontra il bisogno di strumenti affidabili per navigare nello spazio e nel tempo. I segnatempo Longines diventano compagni fidati di aviatori ed esploratori, scrivendo capitoli memorabili di avventura e innovazione.
Il 20 maggio 1927 il mondo assiste con il fiato sospeso a un’impresa mai tentata prima: Charles Lindbergh decolla da New York con il suo monomotore Spirit of St. Louis per affrontare in solitaria l’Atlantico. A bordo, tra le poche dotazioni essenziali, c’è un orologio Longines incaricato di cronometrare la traversata. Dopo 33 ore e 30 minuti, Lindbergh tocca terra a Parigi: è il primo volo transatlantico in solitario senza scalo, ed è stato cronometrato da Longines minuto per minuto. L’eco dell’impresa fa il giro del mondo e consacra non solo l’aviatore, ma anche il marchio che ne ha misurato il tempo.
Lindbergh, riconoscente e animato da uno spirito pratico, poco tempo dopo contatta direttamente la Maison di Saint-Imier. Ha un’idea rivoluzionaria: creare un orologio che aiuti i piloti nella navigazione astronomica, per calcolare facilmente la longitudine durante il volo. Nasce così una collaborazione storica. Ispirandosi a un recente modello Longines sviluppato con l’ufficiale di marina Philip Van Horn Weems, Lindbergh propone di aggiungere al quadrante un’indicazione dell’angolo orario e una lunetta girevole incisa per le correzioni dei calcoli. Longines accoglie la sfida e nel 1931 realizza il leggendario Hour Angle Watch – conosciuto anche come Orologio con Angolo Orario Lindbergh. Questo strumento, utilizzato in combinazione con sestante e almanacco nautico, permette ai piloti di determinare la propria posizione con precisione mai vista. Con il suo quadrante complesso e la lunetta girevole calibrata, l’Orologio Lindbergh diventa immediatamente un’icona: è il GPS ante litteram dell’era d’oro dell’aviazione, e incarna perfettamente lo spirito di Longines, sempre pronto a spingersi “oltre” per supportare le grandi imprese.
Il celebre Longines “Hour Angle” sviluppato con Charles Lindbergh nel 1931 univa un quadrante girevole interno (ideato dal comandante Weems) a una lunetta incisa per i calcoli di navigazione. Questo orologio, vero strumento da pilota, permise agli aviatori di orientarsi durante i voli transoceanici, simboleggiando il connubio tra innovazione e avventura che definisce l’identità Longines.
Non solo Lindbergh: in quegli anni, molti altri audaci aviatori scelgono Longines come alleato di fiducia nei loro voli pionieristici. Il marchio svizzero accompagna, ad esempio, le imprese di celebri piloti italiani come Francesco De Pinedo, Carlo Del Prete e Arturo Ferrarin, protagonisti di spettacolari trasvolate intercontinentali nella seconda metà degli anni Venti. Dalle distese gelate del Polo Nord – dove gli esploratori del Duca degli Abruzzi nel 1900 avevano già con sé cronometri Longines - fino alle rotte aeree tra Europa e Americhe, la clessidra alata vola idealmente assieme a chi osa spingersi oltre l’orizzonte. Ogni spedizione di successo rinforza la fama di Longines come marchio robusto, preciso e degno di fiducia nelle condizioni più estreme. È in questo periodo che nasce la definizione di “strumenti professionali” per alcuni orologi Longines: segnatempo progettati non solo per segnare l’ora, ma per servire attivamente chi deve compiere imprese eccezionali.
Innovazione e modelli iconici del Novecento
Nel corso del XX secolo, Longines continua a sorprendere il mondo con innovazioni tecniche e creazioni destinate a diventare modelli iconici Longines. Dagli eleganti anni ’20 fino all’era del quarzo e oltre, la Maison affronta le sfide del tempo con un equilibrio unico di tradizione e avanguardia. Esploriamo alcune pietre miliari di questo percorso.
Cronografi pionieristici e record di precisione

La competenza di Longines nei cronografi – già affermata con i modelli da tasca ottocenteschi – si estende brillantemente agli orologi da polso. Già nel 1913, l’azienda lancia il suo primo movimento cronografico da polso, il calibro 13.33Z, apripista di una serie di meccanismi all’avanguardia. Negli anni ’30, in un’epoca in cui la misurazione del tempo raggiunge nuovi livelli di complessità, Longines introduce uno dei movimenti più avanzati del periodo: il calibro 13ZN, destinato ai cronografi da polso di alta gamma. Questo calibro, prodotto dal 1936, è dotato di una funzione allora rivoluzionaria, la funzione flyback (o retour en vol), che consente di azzerare e riavviare immediatamente il cronografo premendo un unico pulsante. Longines brevetta ufficialmente il meccanismo flyback nel 1935 (con concessione nel 1936), affermandosi come pioniere mondiale nella complicazione cronografica. Da quel momento, i piloti e i tecnici di tutto il mondo dispongono di strumenti più rapidi e versatili per cronometrare eventi consecutivi – un vantaggio notevole soprattutto in ambito aeronautico e sportivo.
Parallelamente, Longines affronta un’altra sfida tecnica cruciale: l’impermeabilità. Nel 1938 la Maison sviluppa uno dei primissimi cronografi da polso impermeabili, dotato di caratteristici pulsanti a forma di fungo studiati per prevenire infiltrazioni d’acqua. Questo modello, robusto e innovativo, dimostra come Longines fosse attenta non solo alla precisione del movimento, ma anche alla resistenza dell’orologio in condizioni difficili. Il cronografo impermeabile del 1938 – brevettato in quell’anno – è un precursore degli orologi sportivi subacquei che prenderanno piede nei decenni successivi. L’attenzione alla funzionalità senza rinunciare all’eleganza era già allora un tratto distintivo del marchio.
Negli anni ’50 e ’60 Longines spinge ancor più avanti i limiti della precisione. Frutto di lunghi studi nei laboratori di Saint-Imier, nel 1959 vede la luce un calibro eccezionale: il Longines calibro 360 a carica manuale. È un movimento ad alta frequenza – oscilla a ben 36.000 alternanze/ora – creato espressamente per competere nei concorsi cronometrici. I risultati sono strabilianti: il calibro 360 si classifica primo e secondo al Concorso di Precisione dell’Osservatorio di Neuchâtel nel 1961, infrangendo record su record. Per la prima volta un orologio da polso ad alta frequenza dimostra di poter superare in accuratezza i cronometri tradizionali. Sulla scia di questo successo, Longines lancia nel 1967 un modello destinato al pubblico che porta quella tecnologia d’avanguardia al polso: il Longines Ultra-Chron. Si tratta di un orologio meccanico ad alta frequenza – anch’esso a 36.000 alternanze orarie – talmente preciso da garantire uno scarto massimo di un minuto al mese (circa 2 secondi al giorno). L’Ultra-Chron, presentato con lo slogan di “più preciso di un cronometro”, offre una valida alternativa meccanica alla marea montante degli orologi elettronici e al quarzo emergenti. Ancora una volta Longines dimostra il suo spirito combattivo: di fronte alla sfida del cambiamento tecnologico, risponde spingendo l’ingegneria tradizionale oltre i suoi limiti conosciuti.
Le prime collezioni e i segnatempo iconici degli anni ‘50 e ‘60
Mentre innovava sul fronte tecnico, Longines non trascurava l’aspetto del design e del posizionamento dei propri modelli. A metà Novecento, l’industria orologiera comincia infatti a concepire l’idea di collezioni strutturate – precorrendo la moderna segmentazione di linee di prodotto. Longines abbraccia per prima questo approccio: nel 1954 presenta la sua prima linea ufficiale, la Longines Conquest, inaugurando una nuova strategia commerciale. La Conquest incarna l’orologio sport-elegante di alta qualità, pensato per un pubblico dinamico ma attento allo stile. Registrata come marchio il 3 aprile 1954, la collezione Conquest getta le basi per il futuro catalogo Longines, introducendo un nome di fantasia per identificare un’intera gamma di modelli con caratteristiche comuni (in questo caso robustezza, impermeabilità e movimento automatico di precisione). Il successo di Conquest spinge Longines a proseguire su questa strada: pochi anni dopo, nel 1957, nasce la seconda linea storica, la Longines Flagship. Dal nome evocativo – la “nave ammiraglia” – la Flagship si distingue per linee eleganti e classiche. Sul fondello di questi orologi campeggia infatti un medaglione in rilievo raffigurante un veliero, simbolo di leadership e tradizione marinara. Con Flagship, Longines consolida la propria immagine nel segmento degli orologi eleganti da città, affiancando la vocazione sportiva della Conquest. Ancora oggi entrambi i nomi Conquest e Flagship sono presenti nel catalogo Longines – un tributo alla lungimiranza di quelle scelte fatte negli anni ’50.
Accanto a queste collezioni, Longines negli anni ’60 sforna altri modelli iconici che meritano di essere ricordati. Uno di questi è il celebre Longines Legend Diver. Introdotto sul finire degli anni ’50 durante il boom delle immersioni subacquee, questo orologio si distingueva per una caratteristica insolita: anziché la classica lunetta girevole esterna, presentava un disco girevole interno per il calcolo dei tempi di immersione, comandato tramite una seconda corona. Ciò conferiva all’orologio un profilo più pulito e soprattutto proteggeva la lunetta dai colpi accidentali sott’acqua. Il “Legend Diver” – come sarà ribattezzato molti decenni dopo – era impermeabile sino a 120 metri e univa funzionalità e stile elegante, con il suo quadrante nero sobrio e le lunghe lancette luminescenti. Oggi questo modello è considerato una pietra miliare tra gli appassionati di orologi subacquei vintage, tanto che Longines ne ha celebrato la gloria riproponendolo nella omonima linea Heritage Legend Diver a partire dal 2007.
Un altro esempio significativo dell’inventiva Longines di metà secolo è il Longines Nonius, un cronografo presentato a fine anni ’60 il cui secondo cronografico montava una piccola scala a nonio, permettendo di leggere i tempi con precisione al decimo di secondo – una soluzione ingegnosa e molto rara all’epoca. Anche modelli come il Longines Ultronic (uno dei primi orologi elettronici a diapason, lanciato nel 1969 in collaborazione con ESA) e il Longines LCD (1972, primo segnatempo digitale del marchio) testimoniano la versatilità della casa, capace di esplorare ogni frontiera della misurazione del tempo. Insomma, dagli orologi meccanici più classici alle tecnologie elettroniche più innovative, Longines negli anni ’60 ha saputo essere ovunque mantenendo però intatta la propria identità di eleganza e qualità.
La sfida del quarzo e l’eleganza senza tempo (anni ‘70-’90)
La fine degli anni ’60 porta con sé la cosiddetta “crisi del quarzo”, un periodo in cui la tradizionale industria svizzera deve confrontarsi con l’avvento dei precisi ed economici orologi al quarzo giapponesi. Molti marchi storici ne usciranno ridimensionati; Longines invece affronta la sfida a testa alta, adattandosi al nuovo scenario pur senza rinnegare la sua anima. Già nel 1969 Longines, membro del consorzio svizzero CEH, partecipa alla creazione del movimento Beta-21, uno dei primi calibri al quarzo per orologi da polso. Ma non si ferma qui: in parallelo sviluppa un proprio movimento al quarzo in-house e lancia il Longines Ultra-Quartz, presentato alla Fiera di Basilea del 1970 come il primo orologio da polso al quarzo interamente progettato e prodotto da Longines. L’Ultra-Quartz è più preciso di qualsiasi orologio meccanico tradizionale e dimostra la volontà della Maison di padroneggiare la nuova tecnologia, invece di subirla passivamente. Anche dal punto di vista estetico Longines in quegli anni sperimenta, adottando design geometrici e audaci tipici degli anni ’70, ma sempre con un tocco di sobrietà rispetto ad altri marchi: la stella polare rimane l’eleganza.
Un esempio lampante dell’abilità tecnica di Longines in questo periodo è il Longines Feuille d’Or (in italiano “Foglia d’Oro”). Presentato nel 1979, è un orologio al quarzo sottilissimo, che stabilisce un record: con i suoi 1,98 mm di spessore, è il primo segnatempo al mondo sotto i 2 mm. Questa creazione straordinaria – delicata come una foglia d’oro, appunto – dimostra che Longines sa primeggiare anche nella miniaturizzazione estrema, combinando tecnologia e raffinatezza. Il Feuille d’Or, prodotto in serie limitata, resta una curiosità tecnologica e un simbolo dell’inventiva di quegli anni turbolenti.
Verso la fine degli anni ’80, Longines entra a far parte del neonato gruppo SMH (oggi Swatch Group), unendosi ad altre illustri Maison svizzere per affrontare insieme le sfide globali. In questo contesto, negli anni ’90 il marchio riscopre con ancora più forza le proprie radici classiche e le mette al centro della propria strategia di prodotto. Nel 1992 Longines celebra 160 anni di storia inaugurando il suo Museo presso la sede di Saint-Imier, dove conserva con cura migliaia di orologi, strumenti e documenti d’archivio – un tesoro che testimonia la ricchezza del suo patrimonio. Sul fronte commerciale, del 1992 è anche il lancio di una collezione destinata a diventare un pilastro dell’offerta Longines: la linea La Grande Classique de Longines. Questi orologi ultrapiatti dal design essenziale e dalle eleganti anse a “cabochon” incarnano perfettamente il motto della Maison, “l’eleganza classica e l’intramontabile raffinatezza”. La Grande Classique riporta in auge la sobrietà formale e diventa subito un successo mondiale, soprattutto tra il pubblico femminile, grazie al suo profilo sottilissimo e all’estetica ispirata agli anni ’50.
Degli anni ’90 è anche la nascita di un’altra collezione simbolo: la Longines DolceVita. Introdotta nel 1997, DolceVita rende omaggio alla Dolce Vita italiana, ispirandosi agli orologi rettangolari Art Déco degli anni ’20 e ’30. La cassa rettangolare allungata, i dettagli rétro e il nome stesso evocano un senso di glamour senza tempo, rievocando le atmosfere della Roma di Fellini e delle star del cinema d’altri tempi. Con DolceVita, Longines riconferma la propria vocazione all’eleganza formale, declinata in chiave contemporanea per un pubblico giovane e cosmopolita.
L’eredità Longines e la filosofia del brand
Arrivando al nuovo millennio, Longines ha accumulato un patrimonio di storia, competenze e stile che poche altre marche possono vantare. In un mondo che guarda al futuro, Longines sceglie di valorizzare il proprio passato come fonte di ispirazione per le collezioni moderne. Nel 2005 la Maison lancia The Longines Master Collection, una linea interamente composta da orologi meccanici che celebrano l’alta orologeria classica. Con i suoi quadranti guilloché, le complicazioni tradizionali (fasi lunari, calendari, cronografi) e i fondelli a vista, la Master Collection rappresenta un vero e proprio tributo alla tradizione orologiera Longines, riportando l’attenzione sulle finiture di pregio e sui cuori meccanici che battono all’interno delle casse. Questa scelta – proporre solo movimenti meccanici in un’epoca in cui il quarzo dominava il mercato di massa – comunica un messaggio forte: Longines crede nei valori senza tempo della propria arte e vuole trasmetterli ai nuovi estimatori.
Negli anni successivi Longines continua a esplorare la propria heritage. Vengono riproposti modelli storici in versioni aggiornate, all’interno di una serie di collezioni commemorative. Ad esempio, la linea Heritage Military riesuma affascinanti orologi militari anni ’40; la Heritage Classic riprende design puliti anni ’30 con piccoli secondi decentrati; la Heritage Avigation rievoca gli orologi da aviatore (inclusi remake del Lindbergh e del Weems); la Heritage Diver fa rivivere modelli subacquei come il già citato Legend Diver e il Super Compressor del 1969. Queste operazioni nostalgia non sono semplici repliche: Longines riesce nell’arduo compito di conservare il sapore vintage adattandolo però ai canoni qualitativi odierni (movimenti automatici moderni, vetri zaffiro, materiali performanti). Gli appassionati apprezzano e il marchio si rafforza ulteriormente, facendo da ponte fra generazioni di amanti dell’orologeria.
Parallelamente, Longines non dimentica di guardare avanti. Nel 2020 – anno particolarmente sfidante a livello globale – il brand lancia la nuova collezione Longines Spirit. Questi orologi, ispirati esteticamente ai modelli da pilota dell’epoca d’oro dell’aviazione, sono dedicati allo spirito pionieristico di personaggi come Lindbergh, Amelia Earhart e Howard Hughes, tutti aviatori che in passato si affidarono a Longines per le loro imprese. La collezione Spirit reinterpreta in chiave contemporanea elementi vintage (come le grandi cifre arabe luminescenti, le lancette “cattedrale”, il logo storico) offrendo al tempo stesso certificazioni cronometriche di precisione e standard tecnici moderni. Il messaggio è chiaro: tradizione e innovazione volano insieme, oggi come ieri.
Oggi Longines rimane saldamente fedele al suo DNA, sintetizzato nel celebre motto “Elegance is an attitude”. L’eleganza, infatti, è sempre stata al centro dell’identità Longines: non un’eleganza effimera o superficiale, ma un atteggiamento, un modo di concepire l’orologio come oggetto che trascende le mode. Sfogliando un catalogo attuale, si ritrovano i tratti distintivi di cui abbiamo seguito le origini in questo racconto. C’è la collezione Conquest, evoluta in linea sportiva moderna (inclusa la variante subacquea HydroConquest) ma ancora sinonimo di performance; c’è la Flagship, da oltre 60 anni simbolo di stile classico; ci sono le creazioni raffinate come DolceVita e PrimaLuna, dedicate a chi ama il lusso discreto; c’è la Master Collection, roccaforte di meccanica tradizionale; e c’è la serie Heritage, che ogni anno si arricchisce di riedizioni da sogno per i collezionisti. Ogni orologio porta in sé un frammento di storia e allo stesso tempo vive nel presente, pensato per il polso di chi – uomo o donna – apprezza quell’inconfondibile mix di Tradizione, Performance ed Eleganza su cui Longines ha costruito la propria reputazione.
In quasi due secoli di attività, Longines ha saputo attraversare rivoluzioni industriali, guerre mondiali, crisi economiche e cambi di gusto, uscendo sempre rafforzata grazie alla solidità dei suoi valori. Oggi la Maison dalla clessidra alata, parte del gruppo Swatch, è presente in oltre 150 paesi e continua a misurare il tempo dei grandi eventi sportivi e dei momenti speciali di milioni di persone. E mentre l’innovazione prosegue – tra movimenti al silicio, certificazioni cronometriche e design in continua evoluzione – Longines rimane custode del proprio illustre retaggio. La storia del marchio Longines non è fatta solo di date o di orologi, ma di una filosofia trasmessa di generazione in generazione: la convinzione che “l’eleganza è un atteggiamento” e che precisione, innovazione e stile possano convivere armoniosamente in ogni creazione. Questo connubio di cuore antico e sguardo rivolto al futuro è il segreto che fa battere, ancora oggi, il ticchettio inconfondibile di un Longines al nostro polso – un piccolo, eterno frammento di storia dell’orologeria.
credits: longines.com - Wikipedia - swatchgroup.com