
Optima: 100 Anni di Storia Orologiera tra Gloria, Oblio e Rinascita
Share
Optima è un nome che risuona da quasi un secolo nel mondo dell’orologeria svizzera. Fondata nel 1923 a Biel/Bienne, questa maison ha vissuto un’ascesa fulminea, un lungo periodo di difficoltà e infine una rinascita appassionante in tempi recenti. La sua storia attraversa guerre mondiali, crisi economiche e cambi generazionali, sino al rilancio nel XXI secolo. In questo articolo ne ripercorriamo le origini, le curiosità più intriganti e il percorso che ha riportato Optima sotto i riflettori dell’orologeria mondiale con rinnovato splendore.
Le Origini negli Anni ‘20: Nascita di un Marchio Visionario
Fondazione a Biel/Bienne e i Primi Successi
L’epopea di Optima inizia ufficialmente nel 1923, quando l’imprenditore Albert Grossenbacher fonda la manifattura a Biel/Bienne, in Svizzera. Sin dall’inizio, Optima si distingue per l’ambizione tecnica: è uno dei primi marchi a concentrarsi su orologi da polso con movimenti automatici, un’avanguardia per l’epoca. Questa scelta pionieristica – in un periodo in cui gli orologi a carica automatica erano una novità assoluta – testimonia la visione innovativa del fondatore e la volontà di puntare sull’eccellenza meccanica. Optima, non a caso, significa “la migliore” in latino, un nome che riflette l’aspirazione alla qualità e precisione che il brand incarna fin dagli esordi.
Fin dai primi anni, la giovane maison svizzera costruisce una solida reputazione. Ogni componente dei segnatempo Optima viene prodotto internamente, garantendo standard elevati di qualità artigianale. Già nel 1925 il marchio viene invitato a esporre all’Esposizione Internazionale delle Arti Applicate di Parigi, dove figura accanto a giganti dell’orologeria come Omega, Longines, Ebel e altri nomi prestigiosi. Essere presente in così illustre compagnia a soli due anni dalla fondazione è indice del rapido riconoscimento che Optima stava ottenendo sulla scena orologiera internazionale.
L’Alleanza con Ebauches SA e l’Eccellenza Svizzera
Un altro traguardo fondamentale dei primi anni è l’ingresso di Optima in Ebauches S.A.. Nel 1926, infatti, Optima diventa una delle 27 manifatture fondatrici di Ebauches S.A., il consorzio svizzero creato per riunire i principali produttori di movimenti. Far parte di Ebauches S.A. significa essere annoverata tra le realtà più stimate dell’industria orologiera elvetica, al fianco di fabbriche di movimenti come Felsa, Unitas, Venus e altre. Questo riconoscimento conferma che, già negli anni ’20, Optima godeva di grande stima per la qualità tecnica dei suoi calibri e il suo spirito innovativo.
La reputazione di Optima in questo periodo è legata non solo alla produzione interna di movimenti, ma anche alla cura dei dettagli estetici. La bellezza dei suoi orologi risiede nella combinazione di materiali e finiture ricercate: già all’epoca metalli preziosi, smalti e decorazioni dettagliate impreziosivano i quadranti e le casse, anticipando quella fusione di eleganza e tecnica che diverrà cifra stilistica del marchio. Il design Optima degli anni ruggenti è elegante e senza tempo, capace di coniugare sobrietà classica e tocchi creativi, riflesso di un’epoca d’oro per l’arte orologiera svizzera.
Ascesa, Crisi e Declino: Optima tra Anni ’30 e ’60
La Grande Depressione e le Difficoltà del Marchio
Come molte aziende negli anni ’30, anche Optima si trova ad affrontare la Grande Depressione e le turbolenze economiche mondiali. Dopo un decennio iniziale promettente, la crisi del 1929 colpisce duramente l’industria del lusso e l’orologeria non fa eccezione. Optima viene travolta dalla recessione: la produzione prosegue ma a ritmi fortemente ridotti e l’azienda rischia la bancarotta. Nel 1930 la società originale finisce in liquidazione a causa della congiuntura sfavorevole e la proprietà del marchio cambia mano. In questa fase subentra nuovamente la figura di Albert Grossenbacher, che riesce a mantenere vivo il nome Optima nonostante le enormi difficoltà, sebbene su scala molto più contenuta rispetto al decennio precedente.
Nonostante gli anni difficili, Optima continua a perseguire la qualità tecnica. Un segnale della resilienza e dell’impegno verso la precisione è la partecipazione del marchio alle prove cronometriche ufficiali. Nel 1938, ad esempio, Optima presenta alcuni suoi orologi da tasca ai concorsi di cronometria presso l’Osservatorio di Bienne, concorrendo assieme ad altri marchi per ottenere il certificato di precisione cronometrica. Questo testimonia che, pur tra mille problemi, l’azienda non rinuncia a dimostrare il valore dei propri movimenti e a mantenere alto il prestigio tecnico.
Dagli Anni ’40 ai ’60: Ultimi Bagliori e Scomparsa
Nel secondo dopoguerra, Optima conosce un periodo di stabilità relativa ma senza riacquistare lo slancio dei primi anni. Il marchio continua a essere presente alle fiere di settore: dal 1939 fino alla metà degli anni ’60 risulta regolarmente in mostra alla Fiera di Basilea (Baselworld), l’evento annuale più importante per l’industria orologiera. Essere presente a Basilea in quegli anni significa che Optima, pur ridimensionata, produce ancora segnatempo e mantiene una rete commerciale attiva. Negli anni ’50, ad esempio, vengono lanciati modelli come eleganti orologi a carica manuale e alcuni cronografi – oggi ricercati dai collezionisti vintage – a dimostrazione che il marchio non era del tutto sparito dalle scene.
Tuttavia, col passare del tempo, l’ombra dei giganti dell’orologeria e l’avvento di nuove tecnologie (come i movimenti elettrici e al quarzo negli anni ’60) offuscano sempre più Optima. Intorno alla metà degli anni Sessanta l’azienda smette di comparire alle fiere e interrompe la produzione su larga scala. Il marchio scivola così in un lungo oblio: per diversi decenni, di Optima si perdono le tracce nel panorama orologiero internazionale. Quello che un tempo era un nome affermato nella Svizzera orologiera sembra destinato a rimanere solo un ricordo, custodito dagli appassionati e dai pochi possessori di orologi d’epoca del brand.
Il Lungo Silenzio e i Tentativi di Ritorno
La Riapparizione negli Anni ’80: Optima a Pforzheim
Dopo quasi vent’anni di silenzio, il nome Optima fa improvvisamente capolino all’inizio degli anni ’80, lontano dalla patria svizzera. Nel 1981 il marchio riappare infatti al Salone di Basilea sotto una nuova gestione, quella di una società con sede a Pforzheim, in Germania. Questa Optima Uhrenfabrikations GmbH tenta di rilanciare il brand sfruttandone la storica reputazione: la produzione viene riavviata in terra tedesca e il marchio torna a essere presentato agli addetti ai lavori nelle fiere fino agli anni ’90. Si tratta di un revival modesto, che cerca di riportare in vita la gloria passata di Optima adeguandosi ai gusti dell’epoca.
Nonostante l’impegno, il rilancio tedesco non riesce a restituire a Optima il prestigio internazionale di un tempo. Il marchio rimane di nicchia e fatica a distinguersi in un mercato sempre più dominato da colossi e da innovazioni tecnologiche incalzanti (siamo negli anni del boom del quarzo). Un curioso episodio di questo periodo riguarda addirittura un “clone” non autorizzato del brand: nel 1995 una ditta in India fonda una linea di orologi chiamata anch’essa Optima, apparentemente senza che i proprietari tedeschi se ne accorgessero. Questo aneddoto illustra come, in assenza di una forte presenza globale, il nome Optima fosse percepito come patrimonio “disponibile” da altri attori nel mondo. Verso la fine degli anni ’90, il tentativo tedesco si esaurisce e il marchio torna nuovamente nell’ombra, in attesa di un salvatore che creda nel suo potenziale storico.
La Rinascita nel Nuovo Millennio: Wasfi Taher e il Ritorno in Svizzera
Bisogna attendere l’inizio degli anni 2000 perché Optima trovi finalmente la strada di casa e rinasca a nuova vita. Il rilancio vero e proprio avviene attorno al 2004, quando il marchio viene rilevato da Wasfi Taher, imprenditore e maestro orologiaio già attivo nell’industria con propri brand. Taher, CEO del gruppo svizzero Riba Watch, vede in Optima un gioiello dimenticato: acquista la storica firma dall’ultima proprietà tedesca e trasferisce l’intera manifattura a Le Locle, nel cuore della Svizzera orologiera, restituendo al brand le sue radici elvetiche. Insieme al nome, Taher eredita anche tutto l’archivio e il patrimonio storico di Optima, consapevole che il valore di un marchio centenario risiede nelle sue storie e tradizioni custodite nel tempo.
La rinascita orchestrata da Wasfi Taher è guidata da una visione chiara: conservare l’eleganza classica e l’eredità di Optima, attualizzandola con design originali e standard qualitativi modernissimi. Per quasi un decennio dopo l’acquisizione, Taher lavora pazientemente nell’ombra, sviluppando nuovi modelli e affinando l’identità rinnovata del brand. Il frutto di questo lavoro si concretizza quando, nel 2013, Optima torna a mostrarsi al mondo in grande stile con la prima partecipazione ufficiale a Baselworld del nuovo corso. È un momento simbolico e cruciale: dopo decenni di oblio, un orologio Optima torna sotto le luci della ribalta al più importante salone del settore. La presenza a Baselworld segna il ritorno “brillante” di Optima sulla scena, sottolineando come l’opera di Taher abbia davvero riportato in vita un marchio che pareva dimenticato.
Il rilancio ottiene via via riscontri positivi, soprattutto in alcuni mercati esteri. Inizialmente Optima riconquista terreno in Medio Oriente – regioni come Egitto, Bahrain, Giordania, Kuwait e Turchia accolgono con entusiasmo i nuovi modelli swiss made del brand – per poi guardare anche ad altri continenti. La strategia di Taher e del gruppo Riba Watch, infatti, prevede di far crescere Optima a livello globale puntando su design accattivanti, qualità senza compromessi e prezzi competitivi rispetto ai marchi blasonati. L’impresa non è semplice, ma l’heritage unico di Optima (pochi brand possono vantare quasi 100 anni di storia) è un asso nella manica che gli appassionati di orologi sanno riconoscere e apprezzare.
Optima Oggi: Tradizione e Innovazione a Braccetto
Raggiunta la soglia del centenario, Optima si propone oggi come un connubio affascinante di tradizione e modernità. La filosofia odierna del marchio resta fedele alle sue radici svizzere: ogni segnatempo è realizzato con maestria artigianale e movimenti di alta qualità, onorando il motto di un tempo “Swiss Made” e l’eredità di precisione costruita nei decenni. Allo stesso tempo, i designer di Optima non hanno paura di innovare: i modelli attuali uniscono linee classiche a dettagli contemporanei, creando orologi dall’eleganza intramontabile ma con personalità distintiva.
Uno degli aspetti che rendono riconoscibili gli orologi Optima è la cura dei dettagli e l’uso creativo dei materiali. Spesso i quadranti presentano lavorazioni su più livelli e accostamenti di texture e colori pensati per catturare lo sguardo. Metalli lucidi e satinati vengono affiancati per creare contrasti raffinati; elementi come madreperla, pietre preziose e inserti in oro vengono integrati in modo sottile per aggiungere profondità e carattere al design. L’effetto finale è quello di un rilievo appena accennato sul quadrante, un “segreto” che si rivela a chi osserva da vicino l’orologio, ripagandolo con giochi di luce e sfumature cangianti. Pur con queste raffinatezze estetiche, ogni modello mantiene un equilibrio sobrio: l’eleganza per Optima significa armonia tra bellezza e funzionalità, e ogni elemento decorativo è al servizio della leggibilità e della robustezza, mai un orpello fine a sé stesso.
Anche sotto il profilo tecnico e commerciale, Optima oggi segue un percorso di continua evoluzione. Il catalogo viene rinnovato con regolarità: circa il 50% della collezione viene aggiornato ogni anno, introducendo mediamente 20 nuovi modelli annuali. Questo ritmo di innovazione permette al marchio di restare al passo con le tendenze e di offrire ai clienti un’ampia scelta, dagli orologi più classici a quelli dal design più moderno. Le attuali linee Optima spaziano infatti da segnatempo eleganti da uomo e da donna pensati per l’uso quotidiano o professionale, fino a preziose creazioni impreziosite di diamanti rivolte a un pubblico alla ricerca di lusso accessibile. Tale diversificazione rispecchia la filosofia di Riba Watch Group, che vuole rendere gli orologi Optima accessibili a un pubblico ampio, senza rinunciare alla qualità svizzera.
Sul fronte dei mercati, dopo il consolidamento in Medio Oriente, Optima sta estendendo la sua presenza anche altrove: i suoi segnatempo cominciano a farsi vedere in vetrine e fiere specializzate in Europa (Francia in primis), in Russia, in Sud America e in Estremo Oriente. L’obiettivo è ambizioso ma chiaro – far risplendere il nome Optima a livello internazionale – e poggia su basi solide: una storia ricca da raccontare e orologi curati sia dentro che fuori. Proprio la storia centenaria è uno dei punti di forza nella comunicazione attuale del brand: “Optima – Swiss Watch since 1923” campeggia orgogliosamente sul materiale promozionale, a ricordare che pochi competitor possono vantare un secolo di tradizione. Nel 2023, anno del 100° anniversario dalla fondazione, Optima ha potuto celebrare non solo un traguardo di longevità, ma anche il successo del suo ritorno sul mercato come marchio rinnovato e credibile.
Dopo 100 anni di vicende alterne, oggi Optima guarda al futuro con la consapevolezza di un passato prestigioso alle spalle. L’attenzione maniacale alla qualità e ai dettagli, unita a una visione creativa orientata al domani, rendono questa maison un esempio affascinante di come un brand storico possa rinascere e ritagliarsi nuovamente un posto nel cuore degli appassionati.
Curiosità e Aneddoti su Optima
Oltre alla cronistoria principale, il cammino di Optima è costellato di fatti curiosi e poco noti. Eccone alcuni che rendono ancora più interessante la leggenda di questo marchio:
-
Origini ancor più antiche: Sebbene Optima collochi ufficialmente la propria nascita nel 1923, il nome Optima era già stato registrato come marchio nel lontano 1896 da un orologiaio svizzero (Charles Robert-Tissot) e una prima fabbrica denominata Optima operava addirittura dal 1918 a Grenchen sotto la guida del maestro orologiaio Franz Peter. Dunque, le radici del brand affondano più indietro nel tempo di quanto dichiarato, e la data del 1923 corrisponde in realtà alla registrazione internazionale ufficiale del nome Optima. Un piccolo dettaglio storico che testimonia come l’eredità di Optima abbia oltre un secolo di profondità.
-
Pionieri dell’automatico: Optima nacque con l’obiettivo preciso di produrre orologi automatici di alta qualità. Negli anni ’20, l’idea di un orologio a carica automatica era rivoluzionaria – il primo movimento automatico per polso fu commercializzato proprio nel 1923. Il fatto che Grossenbacher volesse concentrare la produzione Optima su questa tecnologia dimostra lo spirito innovativo del marchio sin dal primo giorno. Mentre molti concorrenti continuarono a produrre solo modelli a carica manuale, Optima fu tra i primi a credere fermamente nella comodità e modernità degli orologi “che si caricano da soli” con il movimento del polso.
-
Tra i giganti dell’orologeria: Nel 1925 Optima espose a Parigi accanto a nomi leggendari come Omega, Longines, Juvenia ed Ebel. Questa presenza accanto ai grandi dell’epoca suggerisce che Optima, pur neonata, venisse già considerata una firma di rilievo nel panorama orologiero. Pochi marchi possono vantare di aver condiviso la scena con simili colossi dopo così poco tempo dalla fondazione!
-
Record di precisione: Un aneddoto interessante per gli appassionati di orologeria tecnica: nelle prove di cronometria del 1938 a Bienne, gli orologi Optima ottennero risultati di tutto rispetto. Partecipare a quei concorsi significava sottoporre i propri movimenti a test severissimi presso osservatori indipendenti. Il fatto che Optima abbia preso parte indica che il marchio aspirava a misurarsi con i migliori in termini di precisione assoluta, un vanto per qualunque casa orologiera svizzera.
-
I modelli “Commander”: Negli anni ’50–’60 Optima lanciò sul mercato alcuni orologi dai nomi evocativi come Sea-Commander e Wing-Commander. Si trattava di modelli probabilmente ispirati all’era aerospaziale e allo stile militare, molto in voga in quel periodo. Pur non essendo famosi come altri orologi iconici di marchi maggiori, questi modelli Optima dal nome altisonante rappresentano una curiosità gustosa: mostrano come l’azienda cercasse di tenersi al passo coi tempi anche nel marketing, strizzando l’occhio all’immaginario avventuroso e tecnologico dell’epoca.
-
Il caso dell’omonimo indiano: Come accennato, a metà anni ’90 avvenne un fatto singolare: una società in India iniziò a produrre orologi con il marchio “Optima”, apparentemente ignorando l’esistenza della storica casa svizzera. Questa coincidenza creò potenzialmente confusione, ma ebbe vita breve. Una volta che Optima tornò in mani svizzere nel 2004, il nome venne tutelato globalmente dal nuovo proprietario. Resta però questa curiosità a testimoniare come, durante il periodo di quiescenza del brand, qualcun altro provò ad appropriarsi di un nome così evocativo!
Conclusione: L’Eredità Vivente di Optima
La storia di Optima è quella di una fenice orologiera: un marchio che ha saputo rinascere dalle proprie ceneri grazie alla passione di chi ne ha creduto il valore. Dalle officine di Biel negli anni ruggenti del Novecento alle vetrine internazionali del nuovo millennio, Optima ha percorso un viaggio straordinario attraverso le epoche. Oggi, forte di un patrimonio di esperienza e creatività lungo un secolo, questa maison continua a far sognare gli amanti degli orologi con creazioni che uniscono passato e futuro.
In un settore dove la tradizione è un tesoro prezioso, Optima si distingue come esempio di come heritage e innovazione possano convivere in armonia. Ogni orologio Optima moderno porta al polso non solo un segnatempo affidabile ed elegante, ma anche un pezzo di storia – la storia di Albert Grossenbacher e della sua visione, la storia di sfide superate e di una rinascita audace. E così, entrando nel suo secondo secolo di vita, Optima onora il proprio motto implicito: essere davvero “ottima” in ogni senso, guardando al domani senza dimenticare da dove tutto ha avuto inizio.
In sintesi, Optima ci insegna che un grande marchio può attraversare periodi bui e tornare a splendere se sostenuto dalla passione e dal rispetto per la propria eredità. La sua saga centenaria, ricca di curiosità e momenti epici, è una fonte d’ispirazione per gli appassionati di orologeria e un monito a non sottovalutare mai il potere del tempo – quel tempo che gli orologi Optima misurano con maestria dal 1923.
Credits: optimawatch.com - Wikipedia - watch-wiki.org