
orologi Yema: Dalle officine di Besançon alla rinascita contemporanea
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Quando l’orologio diventa un compagno d’avventura
C’è un istante, nella storia di ogni marchio, in cui il ticchettio diventa racconto. Per Yema, quell’istante nasce nel dopoguerra a Besançon, capitale storica dell’orologeria francese. Qui il giovane orologiaio Henry Louis Belmont immagina un orologio che non sia solo un bel segnatempo, ma uno strumento di vita: resistente all’acqua, affidabile nel vento, preciso sulla pista, pronto persino a sfidare il gelo dei poli. Da questo sguardo nasce un’epopea che attraversa oceani, box di Formula e moduli orbitali. È la storia di un nome breve e deciso—Yema—capace di trasformare la frase “leggere l’ora” in vivere il tempo.
Le origini a Besançon: l’“ora degli eroi” (1948–1959)
Yema vede la luce nel 1948. Belmont porta con sé la disciplina della scuola orologiera e l’audacia di chi vuole dare un’identità francese alla funzione più universale del mondo: misurare il tempo. Il DNA è chiaro fin da subito: affidabilità tecnica, robustezza d’uso, estetica sportiva. Non un orologio-ornamento, ma un compagno di viaggio.
Si racconta che il nome “Yema” sia nato da un’idea folgorante durante un concorso scolastico: semplice, memorabile, quasi un sigillo. L’azienda cresce rapida. Nel giro di pochi anni i laboratori di Besançon sfornano centinaia di migliaia di orologi: carica manuale e automatica, casse d’acciaio, quadranti dalla leggibilità cristallina. La Francia torna a credere nei propri polsi.
Gli anni d’oro: mare, vela e motori (1960–1969)
Gli anni ’60 sono il decennio in cui Yema conquista la scena. Il brand diventa il vocabolario visivo dell’orologeria sportiva francese. Tre nomi, su tutti, definiscono l’identità del marchio: Superman, Yachtingraf, Rallygraf.
Il mare profondo: nasce il Superman (1963)
Pensato per i professionisti dell’acqua, il Yema Superman introduce una soluzione tanto semplice quanto geniale: un blocco di sicurezza della lunetta che evita rotazioni accidentali durante le immersioni. A questo si sommano impermeabilità elevata, corona protetta, cassa robusta. Risultato: un diver che diventa strumento, adottato da sub, sommozzatori e—di lì a poco—anche da reparti militari. Il Superman non è un orologio “ispirato al mare”: nasce dal mare.
Dettagli che piacciono agli appassionati
- Ghiera con bezel-lock meccanico.
- Impermeabilità pensata per l’uso professionale.
- Quadranti ad alta leggibilità, indici generosi, Super-LumiNova (nelle versioni moderne).
Il vento in poppa: Yachtingraf e la vela (dal 1966)
Nel mondo delle regate la tempistica è poesia e matematica. Il Yachtingraf porta al polso un conta alla rovescia dedicato alla partenza, con scale cromatiche e indicazioni intuitive per skipper e velisti. Affidabile, leggibile, elegante: diventa il compagno degli equipaggi francesi e un’icona della nautica sportiva.
Perché è rimasto nella memoria
- Quadranti “regata” multicolore.
- Movimenti cronografici svizzeri robusti e facili da manutenere.
- Legame con la vela francese di quegli anni.
Sulla corda del gas: Rallygraf e la pista (fine anni ’60)
Il cronografo Rallygraf parla la lingua dei contagiri e dei tachimetri. Quadranti a contrasto, grafica decisa, pulsanti pronti al via: è l’orologio “da box” per eccellenza e si fa notare al polso di piloti leggendari. Nasce così l’immaginario del tool-watch automobilistico firmato Yema: duro, preciso, scenografico quanto basta.
Segni particolari
- Quadranti “panda” e “reverse panda”.
- Lunette tachimetriche e contatori leggibili “a colpo d’occhio”.
- Un’estetica che oggi chiamiamo neo-vintage, allora semplicemente moderna.
Dalla terra allo spazio: imprese, ghiacci e orbite (1970–1989)
Gli anni ’70 e ’80 sono un romanzo d’avventura. Yema appare nei reparti di ricerca e soccorso dell’aeronautica francese; scivola al polso di regatanti e subacquei professionisti; affronta il Polo Nord con gli esploratori; e poi, un giorno, lascia l’atmosfera.
Spationaute: il primo orologio francese nello spazio
Nel 1982 l’astronauta Jean-Loup Chrétien entra in orbita con al polso uno Yema Spationaute sviluppato insieme al CNES. È il primo orologio francese nello spazio: una pagina di orgoglio nazionale e una prova estrema per un segnatempo nato in un laboratorio terrestre. Yema codifica funzioni, leggibilità, resistenza: lo spazio non perdona.
Sotto zero: il North Pole
Qualche anno più tardi, Jean-Louis Étienne affronta i ghiacci artici in solitaria. Al suo polso, uno Yema progettato per freddo estremo, urti e campi magnetici. Bussola di direzione, cassa in materiali leggeri, affidabilità granitica: è il genere di orologio che fa esattamente quello che promette. Niente fronzoli, solo impresa.
Turbolenze industriali, identità intatta
Il decennio vede anche l’avanzata del quarzo. Come tanti marchi europei, Yema attraversa cambi di proprietà e riorganizzazioni. Eppure, nel cuore degli appassionati, il brand resta sinonimo di orologio tecnico francese: sportivo, funzionale, capace di stare al polso di chi sceglie la via più difficile.
Rinascita e visione: la Yema del XXI secolo (2009–oggi)
Il nuovo capitolo si apre con un ritorno alle radici. Yema rientra in mani francesi, rilocalizza il sapere nel Giura e decide che per rinascere non basta ristampare i poster del passato: bisogna ricostruire competenza manifatturiera.
Movimenti “di casa”: dal MBP1000 allo YEMA2000/3000
Rarità per un marchio indipendente: Yema investe su calibri proprietari. Prima il MBP1000 (automatico tre sfere), poi la piattaforma YEMA2000/3000 con ottimizzazioni di precisione e, più recentemente, architetture raffinate come il microrotore per modelli di manifattura. Il messaggio è forte: non solo design, ma ingegneria.
Cosa significa per chi indossa Yema
- Fornitura più controllata e service più semplice.
- Possibilità di affinare la precisione con regolazioni proprietarie.
- Valore culturale: un brand che produce e non solo assembla.
Heritage vivo: Superman, Rallygraf, Navygraf
Yema non fotocopia il passato: lo traduce. Il Superman rinasce come diver moderno (impermeabilità potenziata, vetro zaffiro, luminanza evoluta). Il Rallygraf torna con proporzioni educate e cronografie pulite. Il Navygraf recupera il sapore militare con la funzionalità richiesta oggi. In comune: dimensioni umane, carattere vintage, uso reale.
Dettagli che fanno la differenza
- Anse compatte e spessori ragionati.
- Quadranti ad alta leggibilità, tipografia storica riletta.
- Ghiera e corona con feedback solido, da tool-watch autentico.
Legami istituzionali e manifattura responsabile
La collaborazione con forze armate e corpi speciali francesi aggiunge credibilità d’uso. Parallelamente, Yema investe in una filiera corta: lavorazioni interne e partner nel raggio della frontiera Franco-Svizzera, materiali più responsabili, imballi snelli. È una rinascita che parla di territorio, non di slogan.
Identità, stile e posizionamento: perché Yema conquista oggi
Tool-watch francese, senza compromessi
Se il linguaggio svizzero ha nel decoro la sua poesia, quello di Yema ha nella funzione la sua verità. Casse che invitano a essere usate, ghiera da afferrare anche con le dita intirizzite, quadranti da leggere sotto pioggia e controluce. Al polso, i millimetri contano: Yema sceglie proporzioni indossabili, fedeli all’epoca in cui l’orologio era uno strumento e non un totem.
Valore percepito e community
L’equilibrio qualità/prezzo è uno dei segreti della sua rinascita. A questo si aggiunge una community attiva: forum, club, micro-collaborazioni con rivenditori e giornali di settore. Il risultato è un brand vicino agli appassionati, disposto ad ascoltare feedback e a migliorare le referenze con cicli rapidi.
Come scegliere il tuo Yema
- Ti piace il mare? Superman e Navygraf: diver storici, affidabilità e carattere.
- Vivi di motori? Rallygraf: cronografo dal sapore box-garage con anima daily.
- Cerchi eleganza “strumentale”? Riedizioni con microrotore: design sottile, anima manifattura.
Timeline essenziale riepilogativa della storia di Yema
- 1948 – Fondazione a Besançon: nascono i primi Yema, robusti e funzionali.
- Primi ’60 – Esplosione sportiva: sub, vela, automobilismo.
- 1963 – Superman: diver professionale con blocco ghiera.
- 1966 – Yachtingraf e Rallygraf: vela e motori diventano polso.
- Anni ’70 – Adozione in reparti militari; Yema sinonimo di tool-watch francese.
- 1982–1988 – Spationaute: il primo orologio francese nello spazio; imprese polari.
- 2009–oggi – Ritorno in mani francesi; calibri MBP1000 / YEMA2000/3000; rinascita heritage e manifattura.
Curiosità che raccontano un’epoca
- Un nome, una folgorazione: la leggenda dello studente che propose “Yema” in un concorso scolastico aggiunge un tocco poetico alle origini.
- Orologi d’uso, non da teca: i vintage Yema portano spesso cicatrici bellissime; sono proprio quelle a raccontare la vita che hanno vissuto.
- Design “francese”: rigore funzionale con un filo di audacia—colori, tipografie, contatori da corsa—che li rende immediatamente riconoscibili.
il tempo secondo Yema
Ogni marchio ha un tono di voce. Quello di Yema è chiaro e onesto. È la voce dei cantieri, dei pontili, dei box, delle sale controllo, dei laboratori dove un orologio nasce perché serve. È un suono che non ha mai smesso di parlare, anche quando il mercato sembrava altrove. Oggi quella voce è tornata nitida: movimenti proprietari, filiera francese, riedizioni fedeli e un futuro che guarda avanti senza rinnegare il passato.
Se cerchi un orologio che racconti la Francia coraggiosa — quella dei velisti che fendono onde grigie, dei piloti con le mani unte di benzina, degli astronauti che guardano la Terra da lontano — Yema è una scelta naturale. Perché alcune storie non si leggono: si portano al polso...
Credits: yema.com - Wikipedia