immagine della favola di Lucien Rochat raccontata su Cronostorie

Lucien Rochat: una favola senza tempo nell’orologeria mondiale

Le origini nel XVIII secolo: dagli automi ai primi ingranaggi

La storia di Lucien Rochat affonda le sue radici nella seconda metà del Settecento, in un piccolo atelier dove la magia della meccanica muoveva i primi passi. Tutto ebbe inizio verso il 1700, quando un trisavolo di Lucien trovò impiego presso la bottega di un celebre costruttore di automi – quei meravigliosi antesignani dei robot moderni – dedicandosi alla progettazione dei delicati meccanismi che animavano orologi e figure meccaniche. Alla morte del proprietario, quest’antenato dei Rochat ereditò la bottega, gettando così le fondamenta di una tradizione artigiana destinata a durare secoli. La famiglia Rochat proseguì l’attività per generazioni, custodendo e affinando i segreti dell’arte orologiaia. Già nell’Ottocento il laboratorio di famiglia era rinomato per la costruzione di meccanismi sempre più piccoli e complessi, una sfida che richiedeva pazienza, ingegno e una maniacale cura del dettaglio. Questa passione per la micromeccanica d’eccellenza fu il seme da cui germogliò la leggenda di Lucien Rochat.

È interessante notare che le origini della famiglia Rochat nella terra degli orologi risalgono molto indietro nel tempo. Alcune fonti storiche sostengono che i Rochat si fossero stabiliti nella Vallée de Joux – la culla svizzera dell’orologeria – già intorno al 1480, migrando dalla vicina Francia. In quei secoli lontani, i Rochat erano umili contadini e boscaioli, ma non contadini qualunque: trattavano il pregiato legno della foresta di Risoud, noto per la realizzazione di violini e chitarre di altissimo pregio. Questo aneddoto svela un affascinante intreccio tra liuteria e orologeria: il medesimo legno risonante usato per strumenti musicali passava per le mani dei Rochat prima di trovare nuova voce nelle casse armoniche, mentre col tempo quelle stesse mani avrebbero imparato a cesellare ingranaggi e ruote dentate. Vivendo tra Losanna e Neuchâtel, nel cuore pulsante della tradizione orologiaia elvetica, fu quasi naturale per la famiglia trasformare l’abilità manuale in mestiere dell’orologeria. Da semplici lavoratori della terra e del legno, i Rochat si scoprirono depositari di un talento raro: diventare maestri orologiai. La bottega di automi del trisavolo fu dunque il primo capitolo di una saga familiare destinata a entrare nel firmamento dell’orologeria.

Dalla Vallée de Joux alla nascita dell’atelier Rochat (1900-1925)

All’alba del Novecento, la famiglia Rochat compì un passo decisivo per il proprio futuro: nel 1900 si trasferì stabilmente nella Vallée de Joux, tra Losanna e Neuchâtel, la regione svizzera più rinomata per la produzione di orologi. Qui respiravano l’aria frizzante delle Jura, carica dell’eco di ticchettii di pendole e complicazioni celebri in tutto il mondo. Immersi in questo fervido ambiente, i Rochat iniziarono a cimentarsi nella costruzione di meccanismi per orologi artigianali, mettendo a frutto l’esperienza accumulata in generazioni di lavoro di precisione. Il trasferimento nella Vallée de Joux – vero “tempio mondiale dell’orologeria” nella Svizzera francese – fu dunque la scintilla che diede vita alla maison Rochat come la conosciamo.

Nel 1925 l’arte orologiaia dei Rochat trovò la sua consacrazione ufficiale. Emil Rochat, nonno di Lucien, aprì in quell’anno il primo laboratorio di orologeria a nome Rochat, coronando il sogno coltivato dai suoi avi. In quell’officina di Le Brassus (località simbolo della Vallée de Joux), vide la luce Compliqué, il primo cronografo meccanico a fregiarsi del nome Rochat. Era un segnatempo innovativo per l’epoca, che già nel nome tradiva l’ambizione: Compliqué alludeva alle complicazioni orologiere, quelle funzioni aggiuntive rispetto alla semplice indicazione dell’ora, che tanto affascinavano gli appassionati. L’atelier Rochat si impose subito per la qualità eccelsa delle sue creazioni, frutto di un paziente lavoro artigianale e dell’impiego di materiali preziosi – caratteristiche che resteranno tratti distintivi del marchio per decenni. La piccola bottega era ormai diventata il palcoscenico su cui una famiglia di tre generazioni di maestri orologiai tramandava un sapere antico, affinato di padre in figlio. Ma il cammino di questa favola senza tempo non sarebbe stato privo di ostacoli: il destino aveva in serbo prove difficili e sfide da superare, dalle quali i Rochat sarebbero emersi ogni volta più forti e determinati.

Tra fiamme e rinascite: le sfide del XX secolo

Gli anni Quaranta portarono con sé momenti tumultuosi per la famiglia Rochat. Nel 1942 un disastro improvviso rischiò di spezzare il filo della tradizione: un incendio divampò nel laboratorio, devastando il frutto di anni di lavoro. In piena guerra mondiale, parve per un attimo che un nemico silenzioso – il fuoco – potesse fare ciò che neppure le guerre erano riuscite a compiere: spegnere quei delicati ticchettii che riecheggiavano nell’atelier. Ma i Rochat non si arresero. Ernest Rochat, figlio di Emil, raccolse le ceneri (in senso letterale e figurato) di quel rogo e guidò la ricostruzione. La famiglia trasferì il laboratorio a Ginevra, città simbolo dell’alta orologeria, inaugurando un nuovo studio lontano dalle macerie. Poco tempo dopo, la sede trovò collocazione definitiva a Yverdon-les-Bains, sempre in territorio elvetico, dove l’atelier artigianale si trasformò a tutti gli effetti in una piccola fabbrica di orologi. Era la fine di un’era familiare e l’inizio di un’avventura imprenditoriale: la tenacia dei Rochat aveva convertito una calamità in opportunità di crescita. Nel nuovo stabilimento si gettarono le basi per modernizzare la produzione, senza però tradire lo spirito artigianale ereditato dai progenitori.

Gli anni passarono e un nuovo protagonista si preparava a scrivere il capitolo successivo della saga. Arriviamo così al 1972: in quell’anno Lucien Rochat – nipote di Emil e figlio di Ernest – successe al padre prendendo le redini dell’azienda. Con Lucien al timone, avvenne qualcosa di emblematico: nacque ufficialmente il marchio “Lucien Rochat”, che da quel momento in poi identificò la produzione dell’azienda. Dare il proprio nome al brand fu un atto simbolico e di responsabilità: Lucien intendeva proiettare l’azienda nel futuro, forte dell’eredità familiare ma con una personalità ben definita. La sua visione coniugava il rispetto per la tradizione con un desiderio di innovazione e crescita internazionale. Non a caso, sotto la sua guida, la manifattura compì un ulteriore salto di qualità organizzativo: nel 1981 la fabbrica divenne una vera e propria azienda strutturata e la sede produttiva fu trasferita a Grandson, nella Svizzera francese. Questo trasferimento segnò l’inizio della storia moderna del marchio, una fase in cui la piccola realtà artigianale si consolidò come industria orologiera pur mantenendo intatto il DNA di famiglia.

Gli anni d’oro: tra innovazione, lusso e testimonial d’eccezione (1982-1995)

Con l’insediamento a Grandson iniziò per Lucien Rochat un periodo di grande fermento creativo e successo commerciale. Tra il 1982 e il 1995 il brand si affermò come uno dei più importanti marchi della tradizione orologiera svizzera, ritagliandosi un posto d’onore accanto a nomi ben più blasonati. Furono lanciati i primi cronografi di lusso firmati Lucien Rochat, autentici piccoli capolavori di artigianato costruiti con materie prime preziose (acciaio e oro, alligatore, madreperla) e dotati di complicazioni affascinanti come le fasi lunari e il calendario centrale. Collezioni emblematiche come la linea Kron e la serie Ro.Sub entrarono in produzione, introducendo soluzioni tecniche avanzate quali funzioni GMT e calendari completi su orologi di serie, un mix di sportività e complicazione che anticipava i trend degli anni a venire. In quegli anni l’azienda investì molto anche in marketing e comunicazione, determinata a far conoscere il proprio nome a un pubblico più vasto.

Ed ecco che, complice questa strategia, il marchio Lucien Rochat si legò a testimonial di assoluto prestigio, soprattutto in Italia, consolidando un’immagine di lusso ed esclusività. Negli anni Ottanta e Novanta comparvero nelle sue campagne volti celebri come il campione di calcio Paolo Maldini, attori simbolo del cinema italiano quali Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Ugo Tognazzi, oltre a personalità di spicco come Francesca Lavazza (erede dell’omonima famiglia del caffè). Ciascuno di loro incarnava, a modo proprio, l’eleganza e la personalità distintiva che gli orologi Lucien Rochat volevano rappresentare. Emblematica fu la frase-slogan attribuita a Lucien Rochat in quel periodo: «La personalità non si eredita con il nome, ma si afferma con le scelte». Queste parole racchiudono lo spirito del brand: non basta portare un cognome importante, ma occorre dimostrare il proprio valore attraverso scelte coraggiose e prodotti eccellenti.

Gli orologi Lucien Rochat di quel periodo erano lussuosissimi, realizzati senza compromessi. Un aneddoto significativo evidenzia il posizionamento alto del marchio: nel 1998 un cronografo Lucien Rochat Royal Sub acciaio/oro veniva venduto intorno ai 3 milioni e 900 mila lire, una cifra paragonabile a quella di un Rolex Explorer dell’epoca. Con poche centinaia di migliaia di lire in più, ci si poteva addirittura permettere un Rolex Submariner. Questo paragone – riportato dagli appassionati dell’epoca – rende bene l’idea di quanto ambiziosa fosse la proposta di Lucien Rochat: orologi costruiti allo stato dell’arte, con movimenti meccanici svizzeri di altissima qualità, destinati a una clientela esigente e disposta a investire per avere qualcosa di diverso dai soliti noti. Tuttavia, proprio il posizionamento così elevato avrebbe presto presentato il conto in termini di sostenibilità commerciale. Verso la metà degli anni ’90, infatti, il mercato dell’orologeria di lusso stava cambiando: la concorrenza dei grandi marchi storici e l’emergere di nuovi attori rendevano difficile per un’azienda di nicchia continuare a espandersi. Per Lucien Rochat si avvicinava un momento cruciale di svolta, in cui si sarebbero dovute prendere decisioni importanti per garantire un futuro al brand.

Dalle difficoltà al rilancio: la svolta del nuovo millennio

Alla fine degli anni ’90, complice la concorrenza agguerrita e i costi elevati della produzione artigianale di alta gamma, Lucien Rochat dovette affrontare alcune difficoltà. La straordinaria qualità dei suoi segnatempo – vero vanto del marchio – si traduceva in prezzi poco competitivi rispetto ai colossi svizzeri più affermati, come visto nell’esempio del confronto con Rolex. Il rischio di rimanere schiacciati tra i giganti del settore divenne concreto. La svolta nella storia della Maison giunse nel 2006, quando il Gruppo Morellato decise di rilevare il marchio Lucien Rochat. Morellato, gruppo italiano leader nel campo della gioielleria e orologeria, era noto per aver già acquisito e rilanciato altri brand storici. L’operazione segnò l’inizio di un rilancio studiato a tavolino: da un lato preservare il prestigio e l’eredità di Lucien Rochat, dall’altro adeguare la produzione ai nuovi tempi. La nuova proprietà mise in campo una strategia mirata a rafforzare i valori originari del brand – raffinatezza, eleganza senza tempo e riscoperta della tradizione – ma interpretandoli in chiave più moderna e accessibile. La collezione fu rinnovata nello stile, privilegiando linee sobrie, pulite ed essenziali, caratteristiche di gusto contemporaneo che potessero attirare anche le giovani generazioni.

Dietro le quinte, tuttavia, avvenne un cambiamento significativo rispetto al passato: i nuovi orologi prodotti sotto l’egida Morellato si allontanarono dal livello di complicazione e di costo della precedente produzione. Per poter raggiungere un pubblico più ampio, la maggior parte dei modelli adottò movimenti al quarzo precisi ed economici, riservando solo ad alcune referenze l’uso di calibri automatici (in alcuni casi di derivazione Seiko). Anche i prezzi, di conseguenza, risultarono molto più contenuti rispetto al passato. In altre parole, Lucien Rochat da marchio di nicchia esclusivo si trasformò in un brand di fascia medio-alta, proponendo orologi eleganti e curati ma dal costo abbordabile. Questa scelta, se da un lato fece storcere il naso ai puristi nostalgici dei cronografi anni ’80, dall’altro permise al nome Lucien Rochat di continuare a vivere e a far conoscere la propria storia a una nuova clientela in tutto il mondo. Del resto, Lucien Rochat in persona non ha mai smesso di dedicarsi all’orologeria, pur avendo passato il testimone: la sua eredità tecnica e filosofica prosegue sia nei laboratori svizzeri sia nelle nuove collezioni diffuse a livello globale.

Lucien Rochat oggi: tradizione rinnovata nel XXI secolo

Oggi Lucien Rochat è un nome che unisce passato e presente, tradizione e modernità. A distanza di quasi un secolo dalla fondazione del primo laboratorio di Emil Rochat, il marchio continua a essere sinonimo di eleganza senza tempo, seppur con un volto nuovo. Le collezioni contemporanee – destinate sia al pubblico maschile che femminile – traggono ispirazione dal ricco patrimonio storico della Maison, reinterpretandolo secondo i trend attuali. Questo si traduce in orologi che combinano design vintage e dettagli retrò con materiali e linee contemporanee, in un equilibrio perfetto tra heritage e innovazione. Ad esempio, non mancano modelli che celebrano complicazioni classiche (come fasi lunari o scheletrature del movimento) presentandole però in casse dal diametro moderno e con cinturini dai colori attuali. La filosofia del brand rimane improntata alla raffinatezza: ogni orologio Lucien Rochat odierno riflette la cura per il dettaglio e l’alta qualità costruttiva, pur senza raggiungere gli eccessi di lusso del periodo d’oro.

Un evento significativo scandisce il presente della Maison: il 2025 segna il centenario dall’apertura del primo atelier Rochat nel 1925, un traguardo importantissimo che la casa ha voluto celebrare in grande stile. Per l’occasione è stato realizzato un modello celebrativo in edizione limitata, chiamato Iconic 100 Ans, prodotto in 1925 esemplari numerati – numero scelto non a caso, a memoria dell’anno di fondazione. Questo orologio anniversario vanta un movimento automatico scheletrato e dettagli di alta fattura, unendo tecnologia ed eleganza in un tributo al secolo di storia del marchio. Come sottolineato dalla stessa azienda, non si tratta di un semplice segnatempo, ma di un’icona destinata a chi cerca eccellenza e unicità da indossare ogni giorno. Iconic 100 Ans rappresenta dunque il filo rosso che collega idealmente Emil, Ernest, Lucien e tutte le generazioni di artigiani e designer che hanno contribuito a fare di Lucien Rochat ciò che è: un marchio vivo, capace di rinnovarsi restando fedele a se stesso. E chissà quante altre pagine di questa favola senza tempo restano ancora da scrivere, un ticchettio dopo l’altro, nel cuore degli amanti dell’orologeria.

Modelli storici e curiosità della Maison Rochat

  • Oignon Grande Complication – Un cronografo automatico d’epoca dotato di movimento originale degli anni ’40. Il meccanismo, composto da ben 283 componenti rifiniti e assemblati a mano, è racchiuso in una cassa in oro massiccio 18 carati, abbinata a un cinturino in autentico coccodrillo. Il nome “Oignon” (cipolla) richiama affettuosamente le forme tondeggianti degli orologi da tasca antichi, mentre la dicitura Grande Complication evidenzia la complessità tecnica racchiusa in questo capolavoro.
  • Royal Air Force 42 – Un orologio meccanico automatico con vocazione sportiva ma dal cuore classico: presenta il triplo contatore cronografico, calendario completo e fasi lunari integrate sul quadrante. Protetto da vetro zaffiro e impermeabile fino a 100 metri, sfoggia un quadrante in vera madreperla (disponibile bianca o nera) e cinturino in doppio coccodrillo con fibbia in oro. Questo modello ottenne un successo straordinario tra intenditori e opinion leader, tanto che Lucien Rochat decise di realizzarlo anche in versione con cassa in oro 18k per soddisfare le richieste dei clienti più esigenti.
  • Noblesse – Orologio automatico di classe sopraffina, considerato quasi un gioiello per l’eleganza che esprime. Monta un movimento meccanico di altissima qualità e precisione e fu offerto anche nella versione “Perpetuelle” con calendario perpetuo programmato fino all’anno 2070. La cassa in oro 18 carati e il cinturino in pelle di coccodrillo naturale completano l’insieme, mentre per la versione femminile era previsto un bracciale interamente in oro massiccio.
  • Soleil – Il modello forse più personale e raro, testimonianza dell’amore di Lucien Rochat per le sue creazioni. Ogni esemplare presenta cassa e fondello incisi a mano con motivi unici, quadrante in autentica madreperla con indici in oro applicati. Il movimento meccanico all’interno è ultra-piatto, il più sottile al mondo al momento della sua realizzazione, a conferma della maestria tecnica del marchio. Vetro zaffiro, fibbia in oro e cinturino in pelle pregiata completano questo segnatempo esclusivo, prodotto in pochi esemplari e oggi praticamente introvabile.
  • Clermont – Ispirato allo stile Art Déco, il Clermont è un orologio realizzato in oro rosa 18k, declinato in versione sia da uomo che da donna. Monta un movimento automatico di alta gamma spesso soli 3,20 millimetri, un risultato straordinario di miniaturizzazione, ed è dotato di datario. Nonostante l’eleganza vintage delle linee, offre caratteristiche moderne come il vetro zaffiro e una cassa resistente all’acqua, coniugando così estetica rétro e funzionalità contemporanea.
  • Rattrapant – Un cronografo manuale rattrapante, ovvero dotato di doppia lancetta dei secondi sovrapposta. Questo meccanismo permette di misurare tempi intermedi: una delle due lancette può essere fermata tramite apposito pulsante mentre l’altra prosegue, per poi “raggiungerla” nuovamente. Lucien Rochat realizzò questo esemplare in una tiratura limitatissima di soli 30 pezzi unici, ciascuno con cassa in oro 18 carati e cinturino in pelle di coccodrillo. Si tratta di uno degli orologi più rari e ambiti della Maison, vera prova di virtuosismo tecnico destinata a pochi fortunati collezionisti.

 

 

Credits: www.lucienrochat.it - www.morellato.com - Wikipedia

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